Un buono-mobilità regionale ai pendolari di auto e treni

"Sindaco in Regione". Fontana presenta il programma Al centro lotta alla burocrazia, servizi e autonomia

Un buono-mobilità regionale ai pendolari di auto e treni

Un sindaco in Regione. Sarà questa la cifra della presidenza di Attilio Fontana, che un mese fa ha ereditato la Regione Lombardia dal «più politico» Roberto Maroni. Ex primo cittadino di Varese, Fontana ha presentato ieri il suo programma di governo in un Consiglio presieduto da un altro ex sindaco, Alessandro Fermi, che ha auspicato «una corsia privilegiata con tutti gli amministratori locali, a partire dai tantissimi sindaci dei piccoli Comuni». Ad ascoltare gli impegni programmatici del governatore un'aula con 40 (ex) sindaci o vice, eletti in gran parte nel centrodestra, ma anche nel Pd, come il candidato governatore sconfitto Giorgio Gori, che proprio ieri ha annunciato l'intenzione di restare a Bergamo (al Pirellone lascerà il seggio a Michele Usuelli di «Più Europa»).

Illustrando gli obiettivi del mandato, Fontana ha indicato nel piano regionale di sviluppo (che sarà presentato entro il 29 maggio) lo strumento di una dettagliata elaborazione di programma. Spunti concreti però non sono mancati, come l'annuncio di «iniziative importanti» che «saranno assunte a favore dei pendolati autostradali e per coloro che utilizzano la rete ferroviaria, con l'istituzione dei voucher mobilità». Una Regione che dialoga col territorio è l'impronta che Fontana vuol dare alla sua prima legislatura: «Porto in Regione Lombardia - ha detto aprendo il suo intervento, che è durato 45 minuti - la concretezza del sindaco, il primo livello del rapporto fra cittadino e istituzioni, l'amministratore pubblico cui il cittadino immediatamente si rivolge; da Governatore lombardo intendo iniziare un percorso che accorci le distanze anche fra Regione e cittadini, che renda più semplice e diretta la relazione con le comunità lombarde, che renda naturale per ognuno guardare con fiducia a questa istituzione».

Sburocratizzare, semplificare. Il metodo dell'ascolto e del dialogo, indicato nel programma di governo, è un paradigma da applicare a tutti i settori di intervento regionale, dal sostegno alle attività produttive ai pagamenti delle imprese, le cui performance Fontana vuole confermare e possibilmente allargare ad altre amministrazioni pubbliche. Meno burocrazia, questo l'obiettivo, anche nella regolazione dell'attività venatoria, tanto che non è mancato un accenno alla consegna a domicilio del tesserino venatorio.

L'autonomia regionale, nella visione dei nuovi amministratori, giunta e gruppo leghista soprattutto, sarà l'altro passepartout della undicesima legislatura. «Dobbiamo lavorare per ottenere un'autonomia virtuosa» ha detto Fontana, intendendo un'autonomia che evidenzi «il merito della nostra regione di poter amministrare liberamente le proprie risorse». Fermi ha ricordato che sarà costituita una commissione ad hoc. Grandi aspettative dal gruppo leghista, in cui molti sono intervenuti. E un primo confronto dialettico nella maggioranza si è visto quando il capogruppo di Forza Italia Gianluca Comazzi ha rivendicato per gli azzurri il ruolo di «ago della bilancia» e il collega leghista Roberto Anelli ha risposto «noi allora siamo la bilancia». Fontana ha ascoltato tutti senza mai lasciare il suo posto. Quindi ha replicato.

A Gori ma anche ai 5 Stelle, che hanno prospettato un'alternativa: «Saremo alleati di questa giunta se lavorerà per i lombardi o il suo incubo peggiore se cercherà solo di perseguire interessi di parte». E per i 5 Stelle potrebbe prospettarsi la presidenza della commissione Antimafia, citata da Fontana a proposito delle iniziative da assumere contro l'illegalità.

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