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Busta esplosiva anti-Ogm scoppia dal commercialista

Il pacco bomba era per un'azienda di fertilizzanti Ha colpito nella sua sede legale in centro. Un ferito

Busta esplosiva anti-Ogm scoppia dal commercialista

Si chiama «Algamundi srl» e non è una semplice industria di fertilizzanti i cui laboratori si trovano nel Lodigiano. Il suo progetto di punta, al momento, è una start up dell'acceleratore e incubatore d'impresa «Alimenta» che ha l'obiettivo di realizzare un'applicazione pilota e il successivo sviluppo tecnologico di innovativi impianti di coltivazione di micro-alghe, capaci di integrare il ciclo produttivo delle imprese operanti nel settore agricolo e zootecnico dei fertilizzanti, già tra le vincitrici del bando «Starup per l'Expo» e premiata per il progetto dedicato alle imprese operanti nel settore agricolo e zootecnico Algae4Farm. Ieri «Algamundi» è stata l'obiettivo di un gruppo anarchico insurrezionalista che - attraverso uno dei tanti «parti» di fin troppo complesse elaborazioni mentali di quell'area sugli Ogm nel campo agricolo-zootecnico - ha pensato bene di colpire la società lombarda inviando una semplice lettera in una busta indirizzata alla srl. E non nelle campagne lodigiane di Cascina Codazza, bensì nella sua sede legale, che si trova in un ufficio di Milano, al primo piano dello stabile di via Lazzaroni 4 (zona stazione Centrale), presso lo studio del commercialista Paolo Gambini, 43 anni. L'involucro, una volta aperto da Gambini, si è quindi rivelato un «pacco esplosivo» ed è scoppiato subito. Richiedendo l'intervento, immediato, di tre mezzi dei vigili del fuoco del «nucleo nucleare biologico chimico radiologico», di volanti della polizia, di un'ambulanza e di due auto mediche. Il professionista - l'unico nell'ufficio a rimanere coinvolto dalla deflagrazione - si è ustionato in parte le mani ed è stato ricoverato in codice giallo all'ospedale Sacco dove viene analizzata anche la sostanza contenuta nella busta. Intanto gli investigatori della Digos puntano la loro attenzione sugli Ogm. In attesa del terzo pacco esplosivo al quale, come d'abitudine, si accompagnerà la rivendicazione.

Parliamo di un terzo pacco esplosivo perché, l'episodio milanese di ieri, va ricollegato alla busta esplosiva recapitata nella mattinata di martedì 7 giugno al box office dell'Efsa di Parma, l'autorità europea per l'alimentazione, istituita nel 2002 e finanziata dall'Ue, già oggetto di contestazione in passato perché indaga a livello scientifico i rischi associati alla catena alimentare e si occupa di proteggere i consumatori, gli animali e l'ambiente dai pericoli legati o derivanti dagli alimenti, anche degli Ogm. Nella città del prosciutto crudo più famoso al mondo l'altra mattina l'allarme è scattato quando gli incaricati dello smistamento hanno intercettato una busta sospetta. Subito è scattato il piano di allerta con l'intervento degli artificieri e degli agenti della Digos con il supporto anche dei carabinieri.

Dopo aver fatto evacuare due piani dell'edificio, gli artificieri hanno portato la busta all'esterno dell'edificio e l'hanno fatta esplodere: i resti ora sono nelle mani della polizia scientifica per i rilievi. Gli inquirenti hanno spiegato che il plico era in grado di provocare danni alle persone, nel caso fosse stato aperto e che matrice è senz'altro anarco-insurrezionalista e contro le politiche in tema di Ogm.

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