Con un cacciavite accoltella e quasi uccide un passante

In manette un pregiudicato algerino noto ladro di bagagli in Centrale. Dopo un'informazione, ha assalito due amici

«Sapete dirmi dove potrei andare a ricaricare il cellulare?». Prima ha chiesto un'informazione a due passanti italiani, un ragazzo 29enne e l'amico di 38 anni che stavano bevendo una birra fuori da una pizzeria. Quindi ha finto di allontanarsi. Per far ritorno però immediatamente dopo e scagliarsi contro di loro con un cacciavite, ferendo il più giovane molto gravemente a un fianco e rischiando di mandarlo all'altro mondo. La lacerazione era talmente profonda che al poveretto, infatti, sono uscite le viscere. Trasportato urgentemente all'ospedale Fatebenefratelli, è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico che gli è costato una prognosi di 30 giorni.

Un gesto violentissimo quello avvenuto intorno alle 22.30 di domenica 12 gennaio all'angolo tra via Ponte Seveso e via Schiaparelli, davanti al commissaritao Garibaldi-Venezia. Ancora più pericoloso perché nato dal nulla e che proprio per questo nella zona, tra i residenti, ha creato momenti di grandissima apprensione. Nessuno si è lamentato o ha fatto storie infatti quando, subito dopo l'accaduto, la polizia ha passato in rassegna tutti gli stabili per sequestrare i filmati delle telecamere di sorveglianza. Il responsabile di tanta aggressività, un pregiudicato algerino clandestino di 40 anni, adesso si trova già a San Vittore, accusato di tentato omicidio e minacce aggravate grazie alle indagini lampo della squadra investigativa del commissariato diretto da Salvatore De Bartolomeis. I poliziotti lo hanno arrestato quattro giorni dopo l'aggressione, giovedì pomeriggio, sempre nelle vicinanze della stazione Centrale, in piazza Caiazzo, dove un funzionario del commissariato e un collega lo hanno riconosciuto tra i pendolari in attesa del tram proprio grazie ai filmati che avevano immortalato lo zaino che il nordafricano si portava in spalla e le sue scarpe con inserti catarifrangenti.

Un primo identikit dell'algerino era stato realizzato nei momenti successivi l'assalto, mettendo insieme una serie di fotografie di soggetti potenzialmente compatibili anche con le immagini riprese dalle telecamere. Il resto lo hanno fatto le indicazioni fornite dai testimoni e dalle vittime, in particolare dall'uomo che non era stato ferito ma era comunque sfuggito all'ira cieca del nordafricano solo scappando e, accortosi di essere inseguito dal folle, nascondendosi infine un ristorante.

Interrogato dopo la cattura, l'algerino ha ammesso in parte l'accaduto, accampando la scusa che la coppia di amici lo aveva preso in giro.

«Il suo volto è noto nella zona della Centrale - sostiene De Bartolomeis - perché è tra i ladri che spesso rubano i bagagli dei passeggeri sui pullman per gli aeroporti. La prima volta è finito in carcere nel 2005: ogni volta che viene fermato per un controllo, infatti, reagisce».

PaFu

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