Caianiello per sette ore davanti ai pm: «Nessun illecito, facevo solo politica»

Il «burattinaio» di Varese si è difeso: ero influente, Comi mi aveva delegato

«Facevo politica, ero influente e avevo l'autorità per occuparmene, avevo avuto la delega da Lara Comi e dai coordinatori varesini di Forza Italia che l'hanno preceduta»: ieri in Procura è stato il giorno di Nino Caianiello. Il presunto «burattinaio» del sistema di tangenti e appalti pilotati che ha fatto finire almeno cento persone, tra politici e imprenditori, nella rete della Dda è stato sentito dai pm che indagano sulla vicenda. L'interrogatorio nella stanza del pm Luigi Furno e alla presenza del difensore Tiberio Massironi è durato circa sette ore.

Caianiello ha fornito «chiarimenti» e ha cercato di difendersi rivendicando il proprio ruolo politico di tessitore di relazioni in Regione e a Varese, dove in passato è stato anche coordinatore di Fi. Respingendo invece gli addebiti dal profilo penale. Ha in particolare negato di aver ricevuto «retrocessioni» illecite di denaro in cambio del proprio impegno per piazzare chi faceva riferimento a lui nel Palazzo e tra i beneficiari di commesse pubbliche. I soldi di cui gli è stato chiesto conto sarebbero stati versati alla luce del sole a favore del partito.

A quanto è stato riferito, Caianiello avrebbe inizialmente dipinto il quadro generale dell'ambiente politico in cui ha operato dagli anni Ottanta fino al suo arresto a marzo scorso. Come ha spiegato il suo legale, «ha chiarito» questi aspetti in base «al suo punto di vista», ma si sarebbe limitato a questo e a poco altro. Ora il 61enne, che si trova in carcere, farà le proprie riflessioni. Rileggerà le carte dell'inchiesta e le intercettazioni (ci sarebbero nuove contestazioni allo stato «embrionale»). Tra una decina di giorni dovrebbe decidere se rendere un nuovo interrogatorio.

L'avvocato Massironi ha aggiunto al termine del colloquio in Procura che non c'è stato «alcun ripensamento» da parte del suo assistito, ci sono «solo valutazioni da fare. Quello coi pm è stato un dialogo franco». Le domande avrebbero toccato le diverse contestazioni mosse a Caianiello che, stando alle intercettazioni, parlava con i leader del centrodestra in Lombardia, dando anche consigli al presidente della Regione Attilio Fontana sugli incarichi da assegnare. Il confronto con gli inquirenti si è interrotto a un certo punto per una ventina di minuti ed è poi ripreso. «Una sospensione motivata da ragioni tecniche», ha spiegato Massironi.

Intanto ieri si è dimesso da presidente del Consiglio comunale di Cassano Magnago e da presidente della V Commissione Territorio e infrastrutture della Regione Angelo Palumbo (Fi). La decisione è arrivata «per motivi personali». Palumbo, che risulta indagato nell'inchiesta «Mensa dei poveri», rimane consigliere comunale e regionale.

CBas

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