Paola FucilieriQuando sale sul palco della sala Alessi di Palazzo Marino - i capelli scuri sulle spalle, la giacca blu con i bottoni dorati e i pantaloni di pelle nera - Lucia Annibali ha negli occhi la luce di chi ha sofferto e, seppur a fatica, si è rialzato per iniziare una vita nuova con una forza forgiata dall'esperienza. Una forza grandissima, che prima probabilmente questa giovane donna non conosceva. Un mormorio si diffonde tra i presenti che la guardano ammirati mentre stringe, come altri undici premiati, la statuetta donatale dai City Angels, «Il Campione», per il suo coraggio, la sua determinazione che ne fanno un esempio per tutti. Sfigurata dall'acido nel 2013 da due uomini mandati dal suo ex fidanzato (lui è stato condannato a 30 anni di carcere, gli esecutori materiali a 12, ndr) l'avvocatessa 36enne di Pesaro, dopo una serie di operazioni che le hanno ricostruito il bel viso, lo scorso ottobre ha incontrato i genitori di Pietro Barbini e Stefano Savi, vittime della diabolica coppia milanese dell'acido, Alexander Boettcher e Martina Levato. Alberto Savi, padre di Stefano, l'ha definita «un angelo» perché oggi la giovane donna è impegnata a testimoniare contro la violenza in genere.Come ha giustamente sottolineato il sindaco Giuliano Pisapia i City Angels, i volontari di strada d'emergenza guidati dal loro fondatore, Mario Furlan, ogni anno con questa iniziativa premiano il meglio della città e dell'Italia rappresentato da chi è sempre in prima linea nell'ambito del sociale, della legalità e del civismo: dal sostegno a chi è senza casa, alla collaborazione con le forze dell'ordine, alle iniziative per far crescere meglio i bambini nei quartieri delle metropoli o delle città difficili, all'emergenza profughi, alle pari opportunità, alla lotta alla violenza, all'impegno nello sport, per la salute, la solidarietà, l'economia e chi dimostra coraggio. Come il poco conosciuto Angelo Vacca, inquilino di una casa popolare in zona Maciachini picchiato più volte dagli spacciatori che voleva allontanarre dal suo caseggiato. O Anna Becchi, ideatrice dell'iniziativa Bike to school per portare i bambini in bicicletta, anche nelle città in cui è difficile farlo da soli e affrontare insieme il traffico cittadino. O ancora Bruno Cerella, il bel cestista argentino, ala piccola nell'Olimpia Milano, che attraverso il basket educa e aiuta da diversi anni i ragazzi delle baraccopoli africane del Kenya, dello Zambia, del Gambia e del Ruanda.La novità di questa quindicesima edizione è stato il premio «il Campione della gente» assegnato a Gino Strada dopo una selezione online sul sito Facebook dove hanno votato oltre 630mila persone.
Tuttavia, a spiccare veramente, oltre ai singoli, sono stati i vincitori del Campioncino, i ragazzi cristiani dell'istituto Gonzaga, insieme a quelli del movimento giovanile Hashomer Hatzair e del musulmano Islamic Relief, tutti impegnati sul fronte profughi.Il Campione premia il meglio di Milano
Tra i vincitori l'avvocato sfigurata il cestista Cerella e il Gonzaga
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