Candidati divisi sui minareti Sala è critico: «Basta slogan»

Ma il commissario aveva detto no alla moschea ospitata nell'area Expo

Il tema moschee, come previsto, piomba sulla campagna elettorale. E divide i due principali poli. Il centrosinistra attacca senza remore il governo regionale, artefice della legge bocciata dalla Corte costituzionale. L'intero centrodestra difende il Pirellone e condivide l'obiettivo di un nuovo provvedimento, che sia coerente con quello esaminato dalla Consulta: garantire la sicurezza dei cittadini oltre alla libertà di culto.I principali candidati sono su schieramenti opposti, ma si attestano su posizioni di grande cautela. Il candidato del Pd, Beppe Sala, si è allineato agli altri esponenti del centrosinistra, da cui è partito un coro di critiche per il governatore Roberto Maroni. Ma, parlando al al Piccolo Teatro a margine della presentazione del progetto sul futuro del sito Expo, si è limitato ad affermare che «bisogna sempre tecnicamente andare a discutere le cose. A slogan non si va da nessuna parte». Chissà se ricorda, il commissario, quanto dichiarava un anno fa esatto, quando diceva no alla moschea nell'area Expo: «Fin dall'inizio abbiamo detto che non avremmo avuto un luogo di culto all'interno del sito, non è proprio nella tradizione degli Expo», diceva nel febbraio 2015 - auspicando solo che «passasse «la percezione di un Expo molto accogliente». Da candidato in pectore, a dicembre, riconosceva che «è un tema delicato, ci sono difficoltà a trovare l'interlocutore corretto, ma meglio lì che pregare per strada».Equilibrata la posizione del candidato del centrodestra, Stefano Parisi. In uno dei suoi primi interventi da politico, l'ex direttore generale del Comune ha dichiarato che la moschea «non è una priorità per Milano». Poi ha articolato la sua posizione: «La libertà religiosa è fondamentale e deve essere garantita da tutti coloro che rappresentano la religione nella nostra città - ha detto ai microfoni di Radio Popolare - Io vorrei incontrare i promotori della moschea perché devono garantire a tutti i milanesi la piena libertà religiosa peri cattolici e gli ebrei in questa città».E poi c'è la posizione di Corrado Passera: «Servono moschee piccole, ufficiali, sul territorio cittadino, che diano tutte le garanzie di provenienze e gestione trasparenti» ha detto ieri il leader di Italia unica candidato sindaco a Milano con una lista civica.

La candidata del movimento 5 Stelle, Patrizia Bedori, in un'intervista a «Lettera 43» ha spiegato la sua ricetta: «Costruire un'unica grande moschea in un quartiere potrebbe fare sentire i cittadini assediati. Perché si ha paura di ciò che non conosciamo. Perché allora non realizzare piccole moschee e centri culturali in ogni quartiere? Così si favorisce l'integrazione».AlGia

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