Cantiere del metrò Minacce di morte per Pisapia e Maran

Scritte offensive per sindaco e assessore in viale Argonne E in via Mc Mahon angurie contro il taglio degli alberi

Da una parte insulti e minacce di morte, dall'altra una festa a base di anguria. Ma l'obbiettivo è lo stesso: contestare l'operato di sindaco e assessori. Ieri mattina vicino ai cantieri della M4 in viale Argonne sono apparse scritte minacciose e infamanti, subito bollate come «tristi, vili e vergognose» dal segretario metropolitano del Pd Pietro Bussolati. Bersaglio Giuliano Pisapia e l'assessore Piefrancesco Maran. «Pisapippa puzzi di mafia» e «Maran ammazzati». «Il prezzo degli alberi, il costo del metrò linea 4. Milano non è né rock né lenta - la ripresa del botta e risposta sul taglio delle piante tra il sindaco e Adriano Celentano - È una vergogna con la puzza di mafia che gli gira per strada». E anche il consigliere comunale dei 5 stelle, il «grillino» Mattia Calise ci mette del suo twittando «sindaco & giunta zerbini dei costruttori continuano la loro violenza cieca e sorda contro i #573alberi di #Milano».

Insulti che consentono a Maran si passare da assessore nel mirino per opere forse eseguite con modalità perlomeno contestabili, a vittima di facinorosi. «La mia passione per la politica - la sua replica - e l'impegno civico sono superiori a queste minacce. Non sono le prime, forse non saranno nemmeno le ultime, ma continuerò a battermi perché si possano fare in maniera onesta opere utili (come penso siano M4, le tranvie, fermare le esondazioni del Seveso), dialogando con chiunque voglia confrontarsi, ma non fermando i cantieri perché qualcuno resta contro».

Di tutt'altro tenore le proteste per un altro cantiere sotto la responsabilità dell'ex pupillo di Filippo Penati: i residenti di via Mac Mahon che dopo due anni e mezzo di battaglie ancora non si arrendono, hanno organizzato per questa sera una festa a base di angurie per ribadire il loro no agli abbattimenti degli olmi che intanto si sono ridotti da 174 a 29. L'amministrazione comunale però questa volta sembra decisa e ha annunciato trionfante che «è una fine di luglio importante per il trasporto pubblico milanese». Entro un anno saranno pronti i nuovi binari del tram 12, tra sette mesi dovrebbero essere poi pronte le cinque nuove fermate della metrotranvia sud, Romagna, Lombardia, Municipio, Togliatti e Guido Rossa, per un importo di 15 milioni di euro e infine sono ripartiti i lavori per il prolungamento della linea rossa della metropolitana che arriverà a Monza-Bettola.

I cittadini sono meno entusiasti dell'assessore Maran. Un barista indica sconsolato fuori dalla vetrina: «Vede quell'albero? Quello più sottile degli altri? Era una pianta che doveva essere strappata, invece lo abbiamo curato per anni e adesso è arrivato all'altezza del secondo piano». «Alcune volte proprio non si capisce che senso abbiano certi lavori» commenta Gisele, sessantenne tedesca trasferitasi a Milano anni fa. Anche gli stress test che hanno stabilito quali alberi fossero da abbattere non convincono: «Li hanno tarati sul vento a 90 chilometri all'ora, ma qui non è mai successo che soffiasse così forte – spiega Enrico, 54 anni, uno dei più attivi nel difendere gli alberi – Ora è il timore che scaveranno il solco per i nuovi binari danneggiando le radici, poi rifaranno il test e diranno che sono da abbattere tutti e 174».

«Questo progetto è molto più

distruttivo di quanto non sia necessario - dice Giuseppe Boati, del comitato Salviamo gli alberi – e i test fatti sono opinabili. E anche il modo in cui è caduto il ramo che ha danneggiato la pensilina Atm non è chiaro».

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