Cantone prende i poteri e apre un ufficio a Milano

I lavori non si fermeranno e le aziende che hanno vinto gli appalti non saranno sostituite. Trenta giorni di tempo alle imprese per cambiare i vertici, dieci giorni nei casi più gravi. Oppure il commissariamento. Sono i poteri antocorruzione di Raffaele Cantone, che aprirà un “ufficio” in Prefettura per controllare i contratti. Una succursale resa indispensabile dall'inchiesta che ha coinvolto l'Expo. Il decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale nella notte: all'Authority Anticorruzione vengono attribuiti i poteri dell'Autorità di vigilanza sui servizi pubblici.
Il presidente Cantone è subito arrivato in missione ambrosiana: ieri si è incontrato in Procura con Edmondo Bruti Liberati, il procuratore capo che coordina tutte le inchieste su Expo. Prima aveva già incontrato il sindaco, Giuliano Pisapia. Un colloquio durato un'ora: era la prima volta che si vedevano da soli e Pisapia, che ha dato un giudizio favorevole sul decreto anticorruzione, ha ribadito l'obiettivo di coniugare la legalità con la rapidità dei lavori. Un'idea che accomuna le istituzioni milanesi e lombarde.
I tempi per Expo stringono e le preoccupazioni rimangono alte. Oggi Cantone vedrà anche Roberto Maroni, presidente della Regione, che in passato ha più volte lanciato allarmi in direzione del governo sui tempi, in particolare per quel che riguarda le opere connesse. «Finalmente è stato emanato il decreto con i poteri al dottor Cantone, penso discuteremo di questo, sarà un incontro utile» il commento a caldo di Maroni. Subito dopo le consultazioni ambrosiane, Cantone terrà una conferenza stampa in prefettura.
Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, parla di un gruppo di lavoro. E spiega: «Per rafforzare il contrasto al fenomeno della corruzione, in stretta sintonia con il presidente Cantone, è stato avviato un gruppo di lavoro mirato alla definizione delle linee guida che potenzieranno la cornice della sicurezza degli appalti pubblici». Il gruppo di lavoro, ricostruisce Alfano, prende il via dal decreto legge, che prevede «un'intensa attività di raccordo tra Autorità nazionale anticorruzione e prefetture, intese come sentinelle sul territorio». Ciò «in un'ottica di rilancio e di sviluppo nel rispetto della legalità».


In base al nuovo decreto, l'Authority Anticorruzione, davanti ad arresti o notizie di reato, «propone al prefetto competente» o di «ordinare la rinnovazione degli organi sociali e, ove l'impresa non si adegui, di provvedere alla straordinaria e temporanea gestione dell'impresa appaltatrice limitatamente alla completa esecuzione dell'appalto oggetto del procedimento penale» oppure «di provvedere direttamente alla straordinaria e temporanea gestione dell'impresa appaltatrice limitatamente alla completa esecuzione del contratto di appalto oggetto del procedimento penale». L'impresa avrà appunto trenta giorni, ridotti a 10 nei casi più gravi, per adeguarsi. Se non sarà già commissariata.

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