Caos in giunta, tre assessori rischiano di cadere dalla torre

Caos in giunta, tre assessori rischiano di cadere dalla torre

Il 16 maggio di un anno fa, Giuliano Pisapia vinceva il primo round contro Letizia Moratti. Milano andava al ballottaggio. Un anniversario rovinato ieri dalle polemiche su «Macao» e l’inchiesta Sea. Tra due settimane festeggia il primo anno da sindaco ma chi gli ha parlato nelle ultime settimane lo definisce «molto preoccupato». Tempo di bilanci: per ora la rivoluzione arancione si ricorda per l’aumento dell’Irpef e del biglietto Atm, il superticket in centro e la svendita dei gioielli di famiglia. «L’Italia guarda a Milano come modello» continua a ripetere. Ma i progetti concreti da copiare per ora scarseggiano. Al primo traguardo il sindaco arriva con una gran voglia di rimpasto, avrebbe ammesso che la squadra è troppo debole, spesso inefficiente, anche se non metterà mano a deleghe e poltrone prima del voto nazionale. E chissà che non ci sia anche questa ragione dietro a tanta fretta di mandare a casa il governo Monti. Un’insofferenza che non maschera neanche più. Sul caso Macao ha criticato davanti ai giornalisti: «Probabilmente c’è stata poca coesione e poca sintonia tra i vari assessorati, che lavoravano bene ma separatamente, per questo mi è sembrato giusto prendere in mano a questione». Come succede sempre più spesso, a partire da Expo fino al Pgt. C’è stata «una gestione inefficiente degli spazi liberi da assegnare» ha ribadito irritato alla giunta riunita in tutta fretta due giorni fa per trovare una soluzione post-sgombero agli occupanti della Torre Galfa. Non ha fatto nomi, ma gli assessori alla Casa Lucia Castellano e alla Cultura Stefano Boeri si sono sentiti chiamati in causa e hanno fornito dati. I due nel mirino. Del sindaco ma anche del Pd. La lista nera a quanto sembra coincide e sulla graticola ci sarebbe pure il vicesindaco Maria Grazia Guida, che si è dissociata dal partito mantenendo la seconda carica in Comune. Dopo troppe polemiche nate da dichiarazioni in libertà, la maggioranza ha preteso che il vicesindaco arrivi in aula con interventi scritti. Il Piano di sviluppo che accorpa gli obiettivi del mandato? «Talmente scarso» che il centrosinistra ha pregato Pdl e Lega di archiviarlo in fretta senza sparare sulla «Croce Rossa».
La Castellano è finita nella bufera al primo consiglio comunale il 20 giugno, quando incontrò in piazza gli abusivi delle case popolari. Mesi dopo ha bloccato gli sfratti dichiarando che «occupare non è reato». E infatti quando sono ripresi gli sgomberi 4 famiglie hanno piazzato le tende nel suo ufficio finchè non li ha mandati in hotel. L’ultima grana riparata dal sindaco è la stangata sugli affitti gestita dall’assessore. Stava scoppiando la rivolta dei quartieri, la retromarcia non ha riparata la figuraccia. Sul conto (presentato anche da qualche collega): la lentezza nell’assegnazione delle case vuote e nello sbrigare pratiche che rallentano a catena i progetti di settori com Mobilità, Sicurezza e Urbanistica.
Da Expo al Museo di Citylife, quello tra Pisapia e Boeri è un divorzio annunciato a novembre e solo rinviato alle Politiche. Cucito lo strappo ma non le divergenze.

Solo nell’ultima settimana l’assessore ha irritato il sindaco sul caso Macao e sulla vendita della Galleria. Giusto ieri il pasticcio di Boeri sul bando per il festiva all’Arena ha incassato un ricorso al Tar. Si sarebbero raffreddati anche i rapporti con l’assessore al Bilancio Bruno Tabacci.

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