Cronaca locale

In carcere a 85 anni. Ma i giudici le sospendono la pena

L'anziana era stata condannata a 8 mesi di carcere per l'occupazione di un alloggio abusivo. Il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha sospeso la pena dopo la denuncia dell'Associazione Antigone

In carcere a 85 anni. Ma i giudici le sospendono la pena

All'età di 85 anni era finita in carcere, condannata a 8 mesi di reclusione per l'occupazione di un alloggio abusivo. Ma i giudici del Tribunale di Sorveglianza di Milano, presieduto da Giovanna Di Rosa, le hanno sospeso la pena. Nella mattinata di giovedì 13 ottobre, l'anziana è tornata in libertà grazie anche alla mediazione del garante dei detenuti del Comune di Milano, Franco Maisto, e dell'associazione Antigone che si sono interessati alla vicenda. "Mi meraviglio - aveva spiegato Maisto all'Ansa - che sia stata data esecuzione a questa misura di carcerazione. E' una persona non orientata nello spazio e nel tempo, claudicante e non autosufficiente. Era una pena da differire o sospendere".

I fatti

Una storia tanto drammatica quanto paradossale. La donna, di origine bosniaca e non autosufficiente, si trovava a San Vittore da circa due settimane per un ordine di carcerazione emesso dalla Procura a seguito di una condanna definitiva a 8 mesi per l'occupazione abusiva di un alloggio. A denunciare l'accaduto, martedì mattina, è stata l'associazione Antigone, che si interessa della tutela dei diritti e delle garanzie nel sistema penale e penitenziario. "Ieri, nel pomeriggio, abbiamo denunciato la situazione che si sta verificando da circa due settimane nel carcere milanese di San Vittore, dove è detenuta una donna di 85 anni. - si legge in un post pubblicato sulla pagina Facebook dell'Associazione - La sua condanna definitiva è di soli 8 mesi, scaturita dall'occupazione abusiva di un alloggio. Nonostante il reato non sia di grande pericolosità sociale e la pena comminata di brevissima durata, la donna è stata tuttavia condotta nel carcere del capoluogo lombardo. Ad aggravare la situazione il fatto che la signora non è autosufficiente, richiedendo perciò un'assistenza personale e una gestione sanitaria costante da parte di altre detenute e degli operatori".

La scarcerazione

La notizia della scarcerazione è arrivata nella mattinata di oggi. Sta di fatto che la vicenda, nonostante si sia conclusa a lieto fine, ha sollevato alcune criticità rispetto alla gestione della popolazione carceraria. Stando ai dati svicerati dalla Associazione Antigone, alla data del 30 giugno, si contavano 1.065 detenuti con più di 70 anni, rappresentando questi quasi il 2% della popolazione detenuta. "Un numero che negli anni recenti è in costante crescita - si legge ancora nel post - Serve grande attenzione per la loro condizione e, dinanzi pene brevi da scontare o residue, è fondamentale trovare alternative alla detenzione.

Questo passa anche dal creare strutture di sostegno sociale e abitativo che consentano a queste persone anziane (e non solo a quelle anziane) di poter accedere a misure alternative, senza che proprio la condizione sociale di partenza diventi un ulteriore elemento discriminante".

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