«Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po'». Sì, è l'inizio di una canzone di Lucio Dalla, ma è anche l'incipit dello scritto di Francesca Esposito, vincitrice della Lettera d'oro dell'ottava edizione del Festival delle Lettere, che ieri pomeriggio ha riempito il teatro Dal Verme con un pubblico multigenerazionale: tutte le generazioni accomunate nell'applauso a quell'atavica e sempreverde inclinazione, la scrittura a mano con carta e penna.
«E siccome sei molto lontano più forte ti scriverò. La realtà è che non so quanto lontano tu sia, perché il tuo indirizzo, quello di dove stai adesso, non ce l'ho né io né nessun'altro» prosegue la Esposito pensando a Dalla e come molte scrittrici si firma al maschile: Francesco. Sensibili, romantiche, acute nelle loro descrizioni, le missive sono farfalle d'emozioni, sentimenti, amore, pianto e riso. Questo cercano ancora e sempre, uomini, donne, bambini e bambine nella scrittura. Ha soltanto undici anni Fiamma Ricato di Treviso, prima della sezione under 14. L'attrice Nicoletta Romanov interpreta la missiva: «Cara mia immagine nello specchio, posso chiederti di non copiarmi? Tu ti muovi sempre come mi muovo io, abiti nello stesso posto dove abito io e sei come me!».
Ma se dovessimo individuare il vero vincitore di questa edizione dovremmo tirar fuori dal cassetto una figura forse in disuso, che non ha nulla di mitico, ma che ieri ha fatto sognare molte persone in sala, più dell'espite d'onore Luca Argentero. E la figura è quella del professore di scuola. Due giovani trentenni, belli, semplici, timidi; Paolo Caselli che ha vinto la sezione «Lettera a tema libero». Psicologo, appassionato di scrittura, nessun libro sul mercato, Caselli ha commosso con un pensiero dedicato ad un suo ex allievo, Alessandro, affetto da una sorta di autismo. «È un bambino magico - dice -. La magia deve ritornare nella nostra vita, soprattutto nella scrittura, anche in quella dei giornali che è troppo impersonale e soggetta a regole di mercato» commenta Caselli.
L'altro protagonista è il professor Antonio Giulio Cosentino, 39 anni, camicia a quadri, capello lungo che ha portato alla vittoria della sezione «Aventurlettera» i ragazzi della 1D della scuola media San Damiano di Brughero. Due «maestrini con la penna rossa» li descriverebbe Edmondo De Amicis, due caratteri profondi e determinati, al punto di saper parlare come bambini, il miglior dono per uno scrittore. Stefano, Aurora, Valentina, Diego, Arianna, Chiara e Angelica sono saliti sul palco, tenuto con simpatia dal presentatore Omar Fantini, per ritirare i premi: una penna superteconologica, Penbyme, di lega d'alluminio e propilene e l'agenda Moleskine, così cara a Hemingway, con le lettere finaliste.
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