Il ranch nel Comasco, con venti cavalli da monta e da gara, era solo la punta dell'iceberg di un patrimonio che la Procura ritiene ingiustificato. Per lui, Bartolomeo Iaconis, in carcere con l'accusa di omicidio e con alle spalle una condanna definitiva a 14 anni per associazione mafiosa. Il 61enne infatti in passato - i pm hanno controllato i redditi fin dagli anni Settanta - ha dichiarato entrate che vanno da zero a un massimo di 44mila euro. Nel 2000 ad esempio ha dichiarato 66 euro.
Da qui, e su richiesta della Dda di Milano, il «sequestro di prevenzione» finalizzato alla confisca disposto dalla Sezione autonoma misure di prevenzione del Tribunale, presieduta da Fabio Roia. I beni confiscati hanno un valore totale stimato di 1,7 milioni di euro. Sono «direttamente o indirettamente» riconducibili a Bartolomeo Iaconis, detto Bartolo, in alcuni casi intestati alla moglie. Comprendono 28 immobili: una palazzina di tre piani nel centro storico di Appiano Gentile, un'altra abitazione, box, terreni e boschi intorno al ranch che si trova nel Comune di Oltrona San Mamette, con stalle, scuderie e rimesse. Poi una Fiat 500, un autocarro e due società. La Azienda agricola Bart-Ranch, gestita da uno dei due figli (incensurato) del pregiudicato, e la Futura 2000 che noleggia macchinette del videopoker, per gli inquirenti solo «formalmente» di proprietà della moglie. Ancora: due conti correnti e i venti equini, visitati da un veterinario e trovati in buona salute. Nel ranch venivano allevati e utilizzati per le gare oppure per la riproduzione.
La decisione dei giudici è arrivata, dopo le indagini coordinate dall'aggiunto Alessandra Dolci e dal pm Sara Ombra, sulla base della «pericolosità sociale» di Iaconis e della sproporzione tra i redditi «gravemente insufficienti», si legge nel dispositivo, e i beni acquistati dalla famiglia. Oltre all'«alto tenore di vita», ad esempio documentato dai carabinieri nell'uso di una Porsche Carrera presa in leasing. L'analisi della documentazione patrimoniale continua. Intanto il ranch, come gli altri beni sequestrati, è affidato a un amministratore giudiziario che deciderà della sorte dei cavalli. Gli animali restano per ora nella struttura. Iaconis è stato coinvolto in alcune inchieste sul clan di 'ndrangheta dei Mazzaferro, storicamente radicato a Fino Mornasco, di cui il 61enne è considerato esponente di spicco. La condanna a 14 anni gli è stata inflitta nel 1999 per associazione mafiosa e violazione delle norme sugli stupefacenti nell'ambito dell'operazione «Fiori della notte di San Vito».
È attualmente detenuto a Terni con l'accusa di aver ordinato l'omicidio di Franco Mancuso, freddato per un'offesa con tre colpi di pistola, in pieno giorno, in un bar di Bulgorello, frazione di Cadorago. Era l'8 agosto 2008. Il procedimento a carico di Iaconis è pendente.
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