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Caso Maugeri, altre accuse su delibere e favoritismi

I soldi ai politici? «Pierangelo Daccò ha detto a Costantino Passerino di stare tranquillo in quanto lui aveva sistemato i suoi conti in modo tale che non risultassero uscite verso politici o funzionari pubblici e che il denaro rimaneva nella sua disponibilità». Le delibere regionali? «È capitato di elaborare delle ipotesi di delibera, nel senso che calcolavamo il risultato che la fondazione avrebbe raggiunto qualora fossero stati recepiti determinati parametri dalle delibere regionali». Così racconta ai pm Gianfranco Mozzali, il factotum di Passerino, ex direttore amministrativo della Fondazione Maugeri, finito agli arresti ad aprile. È l'inchiesta che ha portato al centro della tempesta giudiziaria il governatore Roberto Formigoni, con l'accusa di corruzione. Nel suo verbale, Mozzali spiega anche che gli stanziamenti della Regione alla Maugeri erano «un sistema consolidato». E «qualsiasi erogazione dalla Regione alla Fondazione passava attraverso un pagamento a Daccò». Tanto che «se fosse cambiata la giunta, la Maugeri avrebbe potuto perdere tutti i benefici riconosciuti».

Riferendosi a Passerino, Mozzali spiega che l'ex direttore «con Daccò usava un linguaggio più disinvolto, spesso mi riferiva di avergli detto di “darsi da fare col suo presidente” e che si “desse una mossa” a fare quello che lui chiedeva». Secca la replica del Pirellone. «Per quanto riguarda il presidente Roberto Formigoni e la Regione Lombardia, gli scenari dipinti dal signor Mozzali, ad essi del tutto sconosciuto, sono privi di qualsiasi fondamento».

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