Cronaca locale

Centrodestra con Bernardo: "Bizzarro l'appello di Sala"

Meloni: "Voto disgiunto? Se cerca i nostri è debole". Salvini: "Basta con i tagliatori di nastri altrui"

Centrodestra con Bernardo: "Bizzarro l'appello di Sala"

«Il centrodestra è la mia seconda famiglia» scherza Luca Bernardo accanto alla leader di Fdi Giorgia Meloni, al coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani e al presidente di Noi con l'Italia Maurizio Lupi. Matteo Salvini era lì fino alle 11.15, ha lasciato la sala dell'hotel a Porto di Mare dieci minuti prima dell'arrivo della Meloni perchè aveva un treno a Rogoredo alle 11.26 che non poteva perdere (dopo un volo per Roma già cancellato). La leader Fdi aveva il volo Alitalia la sera prima già spostato di mezz'ora, dalle 9 alle 9.30, e ieri mattina ha registrato un ulteriore ritardo da Roma a Milano, è entrata trafelata nella sala della conferenza stampa unitaria alle 11.25. I due big non si sono incrociati per dieci minuti di scarto, è mancata la foto di gruppo con il candidato del centrodestra, ed è bastato a scatenare il giallo. Al lancio della candidatura di Bernardo a luglio la Meloni aveva dato forfait perchè (allora sì) era in polemica con Salvini per le nomine nel cda Rai. «Il volo Alitalia era in ritardo, niente mistificazioni» avverte. E ai due leader tocca diramare una nota congiunta per garantire che «non c'è nessuna polemica e zero tensioni, non è stato possibile salutarci di persona per banali imprevisti con gli orari di aereo e treno, è incredibile che anche oggi alcuni media facciano surreali ricostruzioni ma non importa, il centrodestra è compatto, a chi cerca di divisioni e litigi consigliamo di guardare a sinistra». I leader uno dopo l'altro affermano che la partita a Milano «è aperta», si arriverà al ballottaggio «e poi inizia un'altra partita - sottolinea Tajani - e noi giochiamo sempre per vincere, non per partecipare». Giorni fa il sindaco Beppe Sala ha lanciato agli elettori del centrodestra un appello a fare voto disgiunto. «Denota la debolezza della sinistra - puntualizza Sala -. Mi ha fatto sorridere, è un'idea bizzarra. É Sala ad essere abbastanza disgiunto dai problemi dei milanesi. Vi pare possibile che un elettore che sceglie Bernardo perchè ha una visione di centrodestra possa votare Fdi e poi Sala, che organizza le tavole multietniche e poi scarica sui quartieri più disagiati i problemi dell'immigrazione e l'insicurezza. Baristi e commercianti massacrati dal Covid non hanno trovato sostegno dal Comune. E ha penalizzato le ttività commerciali con le ciclabili più folli del globo, non ci vuole Greta Thunberg per capire che restringendo le carreggiate aumenta il traffico e quindi anche lo smog». C'è stata, sottolinea, «una campagna di derisione dall'inizio da parte dei nostri avversari, hanno detto di tutto e di più su Bernardo, un pediatra di fama a cui le mamme milanesi affidano la salute dei propri figli. Qui serve meno ideologia e un sindaco che non faccia l'influencer a gara con Fedez e la Ferragni, ma che sappia ascoltare e si occupi dei cittadini».

Salvini affonda il colpo: «Bernardo sarà meno famoso e meno showman di Sala ma non abbiamo bisogno di tagliatori di nastri, peraltro tutti ereditati dalle giunte Albertini e Moratti, ma che si prenda cura delle periferie. Nei tanti quartieri dove sono stato mi dicono che il sindaco di sinistra non l'hanno visto neanche in cartolina». Anche Salvini è convinto che si andrà al ballottaggio Bernardo-Sala, «qualcuno lunedì avrà una brutta sorpresa, e al secondo prenderemo un voto in più».

Ringrazio ringrazia la «seconda famiglia» e smonta le polemiche sul mancato incontro tra i due big, «anch'io grazie al traffico caotico dovuto alla mobilità insostenibile creata da Sala sono rimasto imbottigliato 50 minuti, e questo capita tutti i giorni ai milanesi».

Lo preoccupa semmai un'«altra verità», la liason tra Sala e i 5 Stelle, «il centrosinistra è pronto ad aprire le porte della Milano laboriosa ai grillini fautori del no a tutto».

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