L'occasione era una di quelle da non perdere. E così a solo poche settimane dalla loro immissione nel circuito di vendita, in Cina non hanno resistito alla tentazione di falsificare anche i biglietti dell'Expo. Un copia e incolla «abbastanza artigianale», ha raccontato ieri alla commissione comunale il commissario Giuseppe Sala, convocato per fare il punto sui lavori. A scoprire il tentativo di contraffazione alcuni tour operator che lo hanno segnalato alla società Expo che ora provvederà ad aggiornare le tecnologie. «Il bar code dei biglietti - ha spiegato Sala - una volta letto dai sensori agli ingressi sarà bruciato in modo da evitare che qualcuno possa passare con un biglietto fotocopia». Aggiungendo però che a oggi «sono già stati venduto 8 milioni di ticket, di cui 5 all'estero». E gran parte proprio in Cina, dove la febbre dell'Expo, come dimostrano anche i tentativi di contraffazione, sembra essere più alta.
Dal Bie, invece, l'organismo internazionale che presiede alle esposizioni, è arrivata la richiesta che Sala rinunci al suo ruolo di commissario generale, quello a cui è affidato il delicato compito di dirimere le eventuali dispute tra Paesi partecipanti, proprietari di padiglioni e la società organizzatrice.
Un incarico che era stato affidato all'allora governatore Roberto Formigoni, prima di passare nelle mani di Sala che oggi al Bie forse sembrano stringere troppi poteri. Nessuna ufficialità, ma il posto dovrebbe toccare a Stefano Gatti, il diplomatico che oggi è direttore generale della divisione Partecipanti Expo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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