La città che cambia

Le città sono luoghi vivi, e non solo per via delle persone che le abitano, vi lavorano o trascorrono qualche giorno da turisti. Come insegna Calvino, conservano una memoria, nascondono segni, rappresentano desideri. Sono «continue». In perenne evoluzione. E Milano, forse, lo è più di altre. In pochi anni - e con una netta accelerata negli ultimi mesi - lo skyline è cambiato: un cantiere a cielo aperto ha arricchito il paesaggio di nuove, futuristiche altezze. Ma anche il centro cittadino, con i suoi palazzi storici, è in fermento: sono molti gli edifici antichi appena restaurati o oggetto di un profondo restyling. Merito anche di alcune grosse catene di hotellerie, che li hanno scelti per aprirvi nuovi alberghi di lusso. Un po' in previsione di Expo, ma più ancora si tratta dell'atto finale di investimenti avviati nel periodo pre-crisi. Che danno nuova vita al cuore della città o contribuiscono a cambiare l'identità di quartieri - un esempio su tutti: via Tortona - fino a pochi anni fa considerati periferici e oggi «avanguardie» del vivere nella città più europea d'Italia. Contrariamente a quello che ci si aspetterebbe anche qui, e persino nel comparto del lusso, la crisi si fa sentire.

Ma il calo, dicono gli addetti ai lavori, riguarda la clientela italiana. Nei cinque stelle moderni e iperaccessoriati, così come negli hotel storici del centro, oggi a tenere alto il flusso sono i turisti stranieri, russi e americani in testa. Ecco le stanze di lusso che li accoglieranno.

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