Le città italiane antimovida «È uno scempio, va fermata»

Su un fatto sono tutti d'accordo: i tempi delle proteste episodiche - contro il baretto, il graffito, gli schiamazzi notturni - sono ormai alle spalle. Ieri mattina al teatro delle Colonne si è aperto un nuovo grande capitolo sul fronte della lotta contro la movida selvaggia e il degrado dei centri storici italiani. Il salto di qualità di un centinaio di persone giunte da mezza Italia (Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Pisa e Casale Monferrato) che, dopo essere passate attraverso l'esperienza dei vari comitati spontanei, si sono costituite associazione nazionale sul tema. Un gruppo che avrà sì come testimonial personaggi del calibro del filosofo Massimo Cacciari e dello psicoterapeuta Paolo Crepet, che già hanno dato un loro contributo con i video proiettati ieri mattina (e ora rintracciabili su YouTube). Un movimento che punta però soprattutto al concreto e quindi a dialogare nel prossimo futuro con magistrati e prefetti su un tema difficile, affrontandolo da ogni angolazione. Un argomento, il «degrado da movida», sul quale la neonata associazione ha già avuto, come auspicava, l'appoggio della Chiesa. Proprio stamane infatti monsignor Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara e già intervistato da Claudio Bernieri in uno dei video proiettati ieri, parlerà dello spinoso tema all'amico di lungo corso e «collega» monsignor Angelo Scola, durante un incontro a Milano. E sempre Negri porterà la movida selvaggia all'attenzione della Conferenza episcopale italiana (Cei) a maggio.
Parallelamente alla costituzione dell'associazione - che, presieduta dalla torinese Simonetta Chierici (eletta ieri all'unanimità) avrà un proprio sito www.manoiquandosidorme.com - Milano si sta già muovendo per monitorare il fenomeno della movida attraverso l'attivismo delle parrocchie del centro coordinate dall'Azione cattolica. I parroci di San Lorenzo, Sant'Alessandro, Sant'Eustorgio, San Satiro e San Giorgio al Palazzo stanno infatti raccogliendo elementi per redigere un dossier sul «degrado da movida» la cui stesura verrà affidata al quotidiano della Cei, «Avvenire». Escludendo alcun privilegio per i residenti e la penalizzazione dei commercianti, ma puntando invece a un segnale educativo per il futuro e i giovani nonché in funzione di Expo 2015 il dossier, che verrà presentato ufficialmente entro la primavera, non si limiterà solo a denunciare, ma proporrà all'Amministrazione comunale la rimozione delle panchine in via Santa Croce (dove c'è lo Zam, per intenderci, ndr), l'installazione di vespasiani o simili nella zona, la recinzione delle colonne di San Lorenzo con un controllo diurno, una cancellata a protezione della scalinata della chiesa di Sant'Alessandro, un decalogo per i gestori e gli utenti dei bar della movida con una serie di severe sanzioni e, infine, la ridefinizione della figura dei vigili di quartiere.

Sempre se il sindaco Pisapia - seguito dagli altri amministratori delle città italiane - darà la propria disponibilità a intervenire con alcune modifiche sul territorio alla legge Bersani sulla liberalizzazione del commercio.

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