La città ripresa con il drone (che si schianta sul Duomo)

Tre coreani stavano facendo dei filmati aerei L'apparecchio contro le terrazze della cattedrale

Piccolo «incidente aereo», ieri mattina, per un drone che è finito contro un cavo di un cantiere del Duomo dopo che chi lo manovrava ne aveva perso il controllo, più sotto, nella piazza. Solo qualche lieve danno per la cattedrale. La polizia è intervenuta su richiesta della Veneranda Fabbrica e ha identificato tre coreani che hanno spiegato di essere in città per l'Expo, e di aver deciso di fare alcune immagini avvalendosi utilizzando il piccolo apparecchio, di circa 50-80 centimetri, che nell'urto contro i marmi del Duomo si è rotto.

Secondo quanto raccontato, poco prima delle 9 gli addetti della Fabbrica hanno avvisato il Commissariato centro, che ha un servizio dedicato di sicurezza per il Duomo, della presenza del drone che «svolazzava» sul tetto della cattedrale, nei pressi del cantiere che è in opera in una parte della struttura. Gli agenti, a quel punto, hanno trovato, nella piazza, tre coreani di 42, 39 e 35 anni con in mano un radiocomando. Ma proprio all'arrivo dei poliziotti i tre hanno perso il controllo del piccolo mezzo aereo che è finito contro un cavo d'acciaio del cantiere, causandone lo sganciamento. Un problema che non ha causato danni di rilievo alle strutture, se non la rottura della lampadina di un faretto posizionato sulle terrazze.

Alla fine, i tre coreani sono stati denunciati e indagati con l'accusa di danneggiamento aggravato dal valore storico del monumento. Niente di grave, dunque, ma la vicenda rirpopone il tema della «sicurezza aerea» per Milano, l'Expo e la cattedrale simbolo della città. E sempre il Duomo era stato «violato» anche da un paracadutista, che nel luglio di due anni fa - all'alba - si era lanciato dalle guglie per poi atterrare nella piazza. Il tutto ripreso da una telecamera, con il filmato caricato su internet e subito cliccatissimo. Autore della «bravata» - così l'aveva definita lui stesso - era stato Maurizio Di Palma, di 34 anni, residente nella provincia di Trento. Di Palma aveva passato la notte all'interno del Duomo nascondendosi dietro a un'intercapedine al momento della chiusura della terrazza dalla quale poi si sarebbe gettato. Subito dopo l'atterraggio aveva raccolto il paracadute e si era dato alla fuga verso un tunnel della metropolitana. Anche il 34enne, che aveva confermato di non aver alcuna finalità politica o pubblicitaria, era stato denunciato all'autorità giudiziaria. Immediata era scoppiata la polemica sulla sicurezza. E dopo la «bravata» di De Palma, sulla cattedrale erano state installate 20 le telecamere, tutte ad alta definizione e con visione notturna. Sul perimetro ne erano state collocate 12 in punti strategici, con funzioni di analisi video.

Altre 7 telecamere dello stesso tipo erano state posizionate sulle terrazze, oltra a una telecamera motorizzata, anch'essa ad alta definizione, che consente la copertura della parte centrale delle terrazze in tutta la sua lunghezza e fornisce una visione generale delle guglie. Il sistema video era stato quindi collegato con la polizia locale e la questura.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica