Clandestini in rivolta al Centro di via Corelli Tre scappano di notte

Via Corelli messa a ferro e fuoco. Tafferugli, incendi. E alla fine tre clandestini sono evasi. La miccia, l’altra notte, è stata innescata dagli «ospiti» del Settore E, che hanno iniziato a spaccare suppellettili e arredi. Ne hanno fatto le spese un paio di telecamere a circuito chiuso, quattro finestroni delle porte, i sensori del sistema d’allarme e le macchinette distributrici di bibite. Circa 30 stranieri sono quindi usciti in cortile e da lì sono saliti sul tetto della struttura articolata su due piani.
La Croce rossa nel frattempo aveva già avvertito la sorveglianza facendo intervenire agenti e personale dell’esercito. L’intero Cie veniva tempestivamente isolato e circondato, mentre i clandestini cercavano di calarsi dal tetto nei campi sottostanti. Ci sono riusciti in dieci, subito braccati da agenti e soldati. Sei venivano bloccati, uno soccorso poiché nella caduta si era rotto le gambe. È poi finito in ospedale insieme a un altro straniero che aveva ingoiato una batteria. Solo escoriazioni e lividi per sei agenti di polizia e un militare dell’esercito che non hanno neppure avuto bisogno di ricorrere alle cure mediche. Riportata la calma nel Centro e fatto l’appello, la Croce rossa ha verificato la scomparsa di tre nordafricani: due marocchini, di 35 e 40 anni, il primo con una sfilza di precedenti per spaccio e furto lunga un chilometro, e un tunisino di 24 anni, tuttora attivamente ricercati.


Via Corelli attualmente ospita 119 persone: 80 uomini, 22 donne e 17 trans. I Cie furono previste dalla legge Turco-Napolitano del 1998. Non sono gestiti dalla polizia penitenziaria ma dalla Croce rossa, con la sola vigilanza esterna delle forze dell’ordine.

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