(...)Il candidato «unitario» della sinistra, infatti sarà (dovrebbe essere) il figlio dell'eroe borghese. Una candidatura, per di più, concepita, trattata e imposta - allo stesso Ambrosoli che di fare questa corsa non aveva molta voglia e a lungo aveva tentato di sottrarsi, come aveva già fatto per Palazzo Marino - imposta, dicevamo, da quel Pisapia, che del Pd certo non è ma che ormai sembra il vero padrone della sinistra milanese e lombarda. Alla fine, insomma, il più grande partito della sinistra ha dovuto chinare il capo. Anche perché pare che sia molto gradito a certi ben noti potentati finanziari e editoriali, a certi cosiddetti poteri forti, quegli stessi che appoggiarono Pisapia per la corsa a Palazzo Marino, a cominciare dall'ingegnere Carlo De Benedetti di cui Pisapia è stato uno degli avvocati. E le primarie? Ambrosoli non ha alcuna intenzione di farle: e come dargli torto visto che è stato praticamente costretto a candidarsi? Ma gli altri aspiranti candidati, invece, faticano a rinunciarvi.
E anche a loro, da Puzzul - più disponibile - alla Kustermann, non si può dar torto, giacché queste erano le regole volute dal Pd.
Anche la candidatura di Albertini, con una sua lista civica, non nasce nel principale partito di centrodestra, il Pdl, ma per iniziative trasversali e della cosiddetta società civile. Anche la candidatura di Albertini non dovrà passare per le forche caudine delle primarie, ma nessuno lo ha ipotizzato, neppure per un eventuale aspirante candidato espressione diretta del Pdl.
Semmai per quando riguarda la corsa dell'ex sindaco di Milano resta da vedere quale sarà la posizione chiara e ufficiale del principale partito di centrodestra.
Al quale pure, com'è noto, i problemi certo non mancano.
Ma almeno quello di scegliere il suo uomo per il Pirellone attraverso le primarie se lo è evitato. Carlo Maria Lomartire
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