Il concerto in salotto spopola e ora conquista pure i giovani

Quanti incontri musical-letterari nelle case borghesi La pianista Scurani: «Modi più intimi di vivere l'arte»

Luca Pavanel

Le gemelle tedesche studentesse in un conservatorio che la mamma ogni tanto fa suonare in casa davanti al pubblico degli amici di famiglia. Una formazione da camera in appartamento che propone note mozartiane con protagonista il corno di bassetto. E ancora, nella dimora di un commercialista (strumentista amatoriale di buon livello), una volta al mese come appuntamento fisso recital da camera. Già, proprio così: non solo rassegne e grandi kermesse, Milano anche «capitale» dei salotti musicali. Roba da Ottocento, si dirà. Eppure resistono e seppur lentamente crescono. Ma quanti sono? In tutto, «censiti» con una ricerca nell'ambiente tra chi li frequenta, risultano almeno una decina, scartati quelli con un'attività modesta od occasionale (anche se si conoscono niente nomi, per ovvie ragioni di privacy). Spesso realtà piccole, qualche volta medie, in qualche caso diventate «maggiorenni».

«Sì, in effetti nel nostro caso è così - attacca la pianista Sandra Scurani, fondatrice e principale animatrice di «Salotto in Prova» -. Nel tempo la richiesta del pubblico e degli artisti per suonare è cresciuta così tanto che abbiamo deciso di strutturare in maniera più ampia e articolata l'offerta». Ora questo salotto è una delle «stagioni parallele» più importanti della città, dove passano artisti di tutti i generi e le persone a volte fanno la fila per entrare. Quartier generale zona Corvetto, sito un grande e luminoso loft ricavato da un ex fabbrica: ci si prenota sul sito. Tutto è ben organizzato e dopo i recital c'è l'aperitivo. «Il pubblico come è e come reagisce? - fa eco la musicista-salottista - Beh, è variegato con un'età tra i 20 e i 60 anni, dallo studente al professore universitario. In particolare posso dire che questa sorta di cenacolo, il salotto musicale, va sempre più forte tra i giovani, anche perché noi proponiamo anche repertori attuali e musiche contemporanee». In tanti la prima volta «rimangono stupiti a trovarsi a pochi passi dai musicisti». Come si arriva a questi salotti è presto detto: il più delle volte quando non ci sono siti dedicati attraverso il passa-parola tra amici e conoscenti appassionati di musica. Il concerto medio ottimale come numero prevede dalle 20 alle 30 presenze massimo.

Nel caso dell'associazione «Salotto in Prova» c'è la forza del programma. «A conti fatti quest'anno è una quindicina di appuntamenti musicali - spiega Scurani -. Non solo, ci saranno incontri e workshop». Sulla piccola grande scena domestica si presentano pure artisti noti, accanto a emergenti e formazioni a dir poco originali. Per dirne una: la prossima stagione inizierà - il 14 ottobre dopo due concerti straordinari con le accoppiate Del Piano-Viegas e Pepe-Ieva - con un recital del Nim Trio e i Zarb, tamburi tradizionali della classica persiana. Dulcis in fundo seminari tenuti da esperti come Federico Franchin (tra i suoi interventi «Morti idiote di compositori famosi») che conclude sull'evoluzione del fenomeno-salotto.

«Innanzitutto parlerei più di salotti culturali, spazi dove c'è una dimensione umana, senza il gradino che di solito esiste tra esecutore e pubblico - spiega Franchin - Le persone hanno la possibilità di confrontarsi in maniera diretta e partecipare». Poi la parabola di queste realtà che sin dal Settecento costellano Europa, all'inizio spuntate in Francia.

«C'erano salotti aristocratici che a volte come punto di riferimento avevano una nobildonna; il secolo successivo è stato quello della borghesia. Infine l'oggi, dove questo fenomeno vede come protagonista un pubblico di frequentatori decisamente più trasversale».

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