Karol ha sei anni, e fin dalla nascita è segnato in modo irrimediabile dai lunghi minuti in cui, durante il parto, l'ossigeno non arrivò al suo piccolo cervello. Sua madre Julia fa la portinaia, e si può immaginare quel che guadagna. Per fare fronte alle diecimila necessità di un bambino disabile al cento per cento, l'unica entrata in casa era la pensione di invalidità erogata dallo Stato: 499 euro al mese e 56 centesimi.
Ora, quei 499 euro in casa di Karol non entrano più. La banca dove arrivava l'assegno dell'Inps ha sequestrato tutto. É la Banca Commercio e Industria di via Frapolli, a Porta Vittoria. Qui a mamma Julia viene accreditato lo stipendio di custode, e qui l'Inps manda l'assegno di invalidità. Ma basta dare una occhiata al conto per distinguere le due entrate. Invece la banca ha congelato tutto. A casa di Julia e Karol non si sa più come fare la spesa nè come comprare le medicine.
A monte, c'è un'altra storia di malasanità tragica: la morte della mamma di Julia, la nonna di Karol, spirata qualche anno fa in una nota clinica milanese. Julia ha denunciato i medici che avevano in cura sua madre, uno di loro è stato condannato per omicidio colposo, la clinica deve versare a Julia un risarcimento importante. Ma il risarcimento finora non si è visto. In compenso, l'avvocato che aveva seguito la pratica per conto di Julia ha fatto scattare il decreto ingiuntivo per farsi pagare la parcella: ventimila euro. Ne voleva sessantamila, ma il tribunale gliel'ha scorciata. Ma Julia non ha neanche i ventimila.
Così, parte il pignoramento.
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