«Così il Comune tutela anche la poligamia»I giuristi cattolici

Il registro delle coppie di fatto che il Consiglio comunale voterà nei prossimi giorni «rischia di legittimare la poligamia». É uno degli allarmi lanciati dalla Curia milanese. Il vicepresidente dell'Unione giuristi cattolici a Milano, Mattia Ferraro, premette intanto che con la delibera di Palazzo Marino potrebbero crearsi delle diseguaglianze nei diritti tra coppie sposate e non. Nel matrimonio i coniugi «assumono dei precisi doveri che si protraggono oltre al matrimonio stesso» mentre «nell'unione civile è sufficiente abbandonare la coabitazione per vedersi liberati da qualsivoglia obbligo di assistenza verso il partner» e c'è il rischio, appunto, «che equiparare famiglia fondata sul matrimonio e unione civile porti a legittimare la poligamia». L'uomo poligamo immigrato a Milano, sostiene Ferraro, «potrebbe richiedere il riconoscimento della propria convivenza con tutte le sue mogli come unione civile, posto che il registro non limiterebbe tale unione solo a quella tra due persone. Il Comune, che non si propone solo di registrare bensì anche di tutelare e sostenere le unioni civili, finirebbe così per sostenere un istituto quale la poligamia che nel nostro ordinamento è ritenuto contrario all'ordine».

Un rischio che è già stato sottolineato in commissione consiliare dal leghista Alessandro Morelli, senza ottenere garanzie chiare dalle prime firmatarie della delibera, D'Amico (Pd) e Sonego (Sinistra x Pisapia). Il registro sottolinea Morelli «non fa mai riferimento alla coppia ma a comunità o nuclei affettivi. Un'apertura alla poligamia? E vedremo fidanzamenti-lampo solo per accedere a sconti o servizi».

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