C'è anche la firma dei «grillini» del Movimento 5 stelle sul progetto di legge sulla competitività delle aziende, votato ieri dalla commissione Attività produttive della Regione e che prevede l'introduzione del «Lombard». La moneta alternativa su cui da mesi lavorano i leghisti e che faceva parte, tra mille sberleffi, del programma elettorale del governatore Roberto Maroni. Un'utopia da principe rinascimentale quella di battere moneta lombarda, ma che diventerà realtà con un voto già fissato per l'11 febbraio in consiglio regionale. «Nessun pregiudizio per la moneta complementare, uno strumento già in uso in altre regioni - assicura il consigliere pentastellato Dario Violi - Certo qualcuno la vorrà strumentalizzare, ma non stiamo parlando di lumbard, bensì di uno strumento utile per semplificare la riscossione di crediti e che va nella direzione del rilancio della competitività e di sostegno al mercato del lavoro». Gli fa eco il collega del Nuovo centrodestra Carlo Malvezzi assicurando che «non conieremo la moneta con la rosa camuna, si tratta di una forma di compensazione per le imprese». La moneta lombarda aggiunge Angelo Ciocca, il presidente leghista della commissione, sarà uno strumento elettronico che consentirà «lo scambio di debiti e crediti tra cliente e fornitore». Con il Pd che con il consigliere Enrico Brambilla sottolinea come «una limitata sperimentazione si può fare, ma attenzione a non presentarla in chiave anti euro».
Di fatto gli uffici del Pirellone sottolineano come la Regione non possa disciplinare la materia monetaria che spetta unicamente allo Stato. Ma è sua facoltà incentivare un accordo tra privati che si possono associare in un circuito territoriale che utilizza denaro alternativo. Una soluzione pensata «per aiutare le imprese paralizzate dal blocco del credito, il credit crunch, operato proprio dagli stessi istituti di credito» aveva spiegato una delle anime del progetto, l'allora vice presidente leghista della Regione Andre Gibelli oggi diventato segretario generale nell'era Maroni. I vantaggi? È una moneta, dicono, che costa di meno perché è indipendente dai mercati finanziari, non ha interessi bancari, incentiva gli scambi perché essendo svalutabile non si ha interesse ad accumularla e così fa emergere l'economia locale. Solo fantaeconomia?
Il meccanismo funziona come un baratto. Per avere accesso ai «Lombard» imprese o soggetti singoli, privati o pubblici, devono iscriversi al «circuito di credito» nel quale ci sarà un istituto di garanzia (che potrebbe essere Finlombarda) predisposto per l'emissione. Il «Lombard» non sarebbe carta né moneta sonante, ma denaro «virtuale» che verrebbe caricato su un «borsellino digitale», una sorta di conto collegato con la Carta regionale dei servizi. Il principio poi è quello dello scambio: ne prendi tanto quanto ne devi spendere.
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