Una via per Craxi a Milano Primi sì: «Fu uno statista»

Torna la proposta di un omaggio al leader socialista Centrodestra convinto, aperture a sinistra. E Sala tace

(...) di una sinistra modernizzatrice ed europea. Una parabola notevole, che si è conclusa nei primi anni Novanta col crollo della Prima repubblica. «Craxi - osserva il capogruppo regionale di Forza Italia Gianluca Comazzi - è stato indubbiamente uno dei politici più importanti della storia recente d'Italia. A vent'anni dalla sua scomparsa gran parte delle sue intuizioni hanno trovato immediato riscontro nella realtà. I nuovi rapporti geopolitici tra potenze statali, l'influenza dell'economia e della finanza, il ruolo dell'Europa: su questi temi il leader socialista ha dimostrato una lungimiranza sorprendente». «Infine, non dobbiamo dimenticare che quella di Bettino Craxi è una storia milanese: consigliere comunale, assessore all'Economato nella giunta Cassinis, parlamentare eletto nel collegio Milano-Pavia. Preservarne la memoria è un dovere».

Un dovere a cui nessuno, nel centrodestra, pare volersi sottrarre. La Lega già in passato aveva detto sì e oggi se possibile approfondisce, con Gianmarco Senna, le ragioni di questa rivalutazione di Craxi. E favorevole è anche Paola Frassinetti, di Fratelli d'Italia, a cui sta a cuore soprattutto il Craxi di Sigonella, quello che disse no agli Usa in uno scatto di orgoglio nazionale. «Sono favorevole - dice Frassinetti - Ciò che Craxi ha fatto nella sua storia politica, anche e sopratutto nell'episodio di Sigonella, me lo rende ammirevole, perché è stata un'azione a difesa della sovranità, ma tutti coloro che fanno parte della storia di Milano è giusto che abbiano un ricordo, come è giusto che lo abbia Giorgio Almirante a Roma. Sono uomini che hanno fatto la storia d'Italia. In occasione di questo anniversario non ci vedo niente di negativo in questo ricordo».

A Palazzo Marino non si registrano reazioni. Si sa che il sindaco non nutre personali ostilità per la proposta: due anni fa lui stesso auspicò l'apertura di questa discussione ed era direttore generale del Comune quando un proposito simile l'aveva avanzato l'allora sindaco Letizia Moratti. Stavolta però Sala aspetta e la ragione di questo asettico silenzio sta nella composizione della maggioranza. Una parte sarebbe senz'altro favorevole. Due anni fa era stato Franco D'Alfonso, consigliere ed ex assessore, a rilanciare l'idea di un posto nel Famedio, durante un convegno della Fondazione Craxi sugli anni di Bettino a Palazzo Marino, un evento cui aveva partecipato anche l'attuale capogruppo del Pd, Filippo Barberis. E gli altri? Nel 2017 è dentro il Pd che tutto si è fermato. «Ho avuto molti riscontri, non solo di socialisti, ma ho notato gran silenzio a sinistra - commenta Caputo, che pure è stato esponente del Pd - Mi dispiacerebbe se non ci fosse spazio, perché un passo avanti su Craxi sarebbe un passo avanti per tutta la sinistra, che invece pare ancorata al passato».

Un voce a sinistra si leva chiara, ed è quella di Carmela Rozza, consigliera regionale Pd: «Al tempo della Moratti - dic e- ho già sostenuto e sottoscritto una mozione proposta dai colleghi di maggioranza. Io sono d'accordo. Il tema è l'ipocrisia della classe politica.

Craxi è stato il capro espiatorio della politica in Tangentopoli e penso che sia giusto riconoscere nel bene e nel male la sua figura di statista, con le sue luci e le sue ombre. Credo sia giusto un riconoscimento della città nelle forme proposte da Caputo. Il tema è la politica».

Alberto Giannoni

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