Crisi e prezzi (troppo) alti mettono in crisi il risotto

La Coldiretti stima un taglio di 10mila ettari alle risaie lombarde e mezzo milione di quintali in meno nel prossimo raccolto. Sarà invece coltivata più soia e mais

C'è il rischio che il risotto giallo diventi una rarità. In Lombardia è previsto infatti un taglio di oltre 10 mila ettari alle risaie e mezzo milione di quintali in meno nel prossimo raccolto. Almeno questo è quello che stima la Coldiretti regionale sulla base delle dichiarazioni dei produttori che, in questi giorni, stanno pianificando le semine della prossima stagione. La diminuzione delle aree destinate a riso oscillerà fra il 10 e il 15 per cento, una quota che verrà sostituita con altre colture, in particolare soia e mais.
«Le quotazioni hanno subito un crollo - spiega Ettore Prandini, presidente della Coldiretti Lombardia - in tre anni il Carnaroli ha perso il 49 per cento del valore passando da 673 a 340 euro a tonnellata, mentre l'Arborio ha subito un calo di oltre il 40 per cento, da 576 a 335 euro a tonnellata. Con questi prezzi, considerato anche l'aumento dei costi del carburante, gli agricoltori non riescono a coprire le spese».
«Fra caro gasolio e costo del lavoro e con il Carnaroli a 32-34 euro al quintale non ci stiamo più dentro - spiega Paolo Braschi, 41 anni, risicoltore alla cascina Colombina del comune di Vistarino (Pavia ) - per coprire i costi e guadagnare qualcosa dovremmo prendere almeno 45-50 euro. Adesso resistiamo non investendo nulla nell'azienda, non comprando macchinari e riducendo al minimo le lavorazioni in modo da risparmiare gasolio. Ma non si può andare avanti così, per questo molti stanno pensando di dedicare ad altro almeno una parte dei terreni».
Come Fabio Camisani, 43 anni, seconda generazione di risicoltori, con 141 ettari a Gaggiano (Milano), che dice: «Le quotazioni sono troppo basse, proprio in questi giorni sto valutando di togliere un 15 per cento di riso e puntare su mais e soia». Secondo Gianluca Mascellino, della Fir (Filiera Italiana Riso) «non è possibile pensare che gli agricoltori italiani vendano le loro produzioni agli stessi prezzi di quelle dei paesi del sud del mondo perché la qualità, i costi di coltivazione, le garanzie sanitarie e il contesto socio economico sono profondamente diversi.
Fra il 2011 e il 2012 le superfici a riso a livello nazionale sono diminuite del 4,66 per cento passando da 246.

540 ettari a 235 mila ettari e nel 2013, se verranno confermate le previsioni, si potrebbe scendere sotto i 210 mila ettari. La Lombardia per adesso conta su 97.659 ettari, divisi fra Lomellina (62.918), Pavese (19.131), Milano (13.522), Lodi (2.082), Bergamo (6,07) e Mantova (6.07) ma potrebbe ritrovarsi con 87 mila ettari.

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