La crisi non risparmia i bambini: le famiglie tagliano le cure mediche

Il perdurare della crisi economica induce il 54% delle famiglie a limitare i controlli diagnostici e specialistici sui figli. Per risparmiare, il 60% anticipa lo svezzamento dei neonati; mentre i pediatri temono il peggiorare delle condizioni igienico-sanitarie nel 10% dei casi, la diminuzione delle vaccinazioni (8%), tagli nelle forniture di farmaci e alimenti (8%) dedicati soprattutto alle malattie rare.
È un quadro a tinte fosche quello rappresentato da Paidòss, nuovo Osservatorio Nazionale sulla salute dell'infanzia e dell'adolescenza creato da Giuseppe Mele, presidente uscente della Federazione Pediatri (Fimp), che esordisce con la realizzazione di due indagini parallele, su 600 pediatri di famiglia e su mille genitori di tutta Italia.
I dati di Paidòss fotografano una situazione in cui l'80% dei genitori di bambini fino a 14 anni ammette di avere difficoltà a garantire cure sanitarie adeguate ai propri figli. Una situazione in cui metà delle famiglie è costretta a scegliere il latte artificiale solo in base al prezzo più basso e non seguendo il consiglio del pediatra. In cui il 37% dei genitori considera pesanti le spese per apparecchi per i denti, occhiali (25%) e correttori ortopedici come scarpe e plantari (21%).


«Mentre da tempo aspettiamo i Lea (livelli essenziali di assistenza) pediatrici, puntualmente disattesi dal Piano sanitario nazionale - denuncia Mele - l'accesso ai servizi socio-sanitari si sta riducendo soprattutto per i minori affetti da malattie croniche».

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