Dallo sciopero al tubo: la città è andata in tilt

Come previsto. Bus e tram fermi, metropolitane sbarrate, treni a singhiozzo, città piena di auto, taxi introvabili e biciclette del Comune a ruba. Disagi e arrabbiature sono stati i protagonisti del venerdì nero dei trasporti. Con un'adesione massiccia allo sciopero nazionale del trasporto pubblico locale proclamato da una larga schiera di sigle sindacali. I mezzi hanno viaggiato regolari soltanto fino alle 9 del mattino circa e dalle 15 alle 18. Poi, secondo Atm un mezzo su due tra quelli di superficie, si sono fermati. Secondo i sindacati decisamente di più, esattamente il 73,8% con punte in alcuni casi anche del 90%, ha detto Francesco Morisano, responsabile Filt Cgil Lombardia del settore Trasporto pubblico locale. Di fatto le quattro metropolitane hanno tirato giù le saracinesche. Alle 9 e, dopo, alle 18. Chi ha potuto è uscito prima dal lavoro. Tanto che l'affluenza, soprattutto in metrò, prima dell'ora «X» è stata decisamente fuori dalla norma. Ma l'Atm ha comunicato che «è stato fronteggiato in maniera positiva». Nessun problema particolare per l'azienda. «Chi era in banchina alle 18 è tornato a casa» hanno spiegato ricordando che «per legge non possono essere aumentate le corse variando il servizio programmato». A tutti gli altri dunque non è restato che twittare il malcontento e arrangiarsi. Cosa non sempre semplice, soprattutto per i pendolari. A complicare le cose in centro anche la grossa rottura - alle 14.45 - di una conduttura dell'acqua in zona Pagano. Stop all'erogazione dell'acqua alle 16.30 (riapertura prevista per la nottata appena trascorsa) è stata chiusa per tutta la sera anche via Telesio.
Lo sciopero ha coinvolto anche i treni che viaggiavano sulla linea delle Ferrovie nord, fermi dalle 9 alle 18 e dalle 21 in poi. In Cadorna alle 18 la ripresa non è stata facile né immediata. Il traffico è stato molto intenso, in particolare sulle circonvallazioni e le radiali principali verso la periferia, ma la polizia locale non ha segnala situazioni di eccezionale criticità. Non ci sono stati i grossi disagi che hanno caratterizzato lo stop a dicembre, ma il caos ha regnato. Dunque a vederla dalla parte dei sindacati sciopero riuscito. Soddisfatti? «La protesta non vuole essere contro gli utenti e i cittadini. Si è cercato di garantire il massimo del servizio possibile» ha detto Enore Facchini, delegato ai Trasporti per la Uil lombarda. Questa volta prima di scatenare il putiferio i sindacati ci avevano pensato e ripensato. Lo sciopero era stato rimandato, «grazie proprio all'intervento del governo che aveva avviato un'opera di mediazione per tentare di arrivare a una qualche soluzione». Poi di mezzo ci sono state le elezioni. E la paura dei ferrotranvieri è che la loro questione si trascini ancora per un anno.

«Quello che ci si augura è che con il prossimo insediamento sia del governo nazionale che di quello regionale si possa trovare una soluzione, anche parziale - spiega Facchini - Questo potrebbe dare un po' di fiato ai 100mila ferrotranvieri in attesa del rinnovo del contratto dal 2008». Ben 12mila tra Milano e provincia.

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