Cronaca locale

Fermate 11 borseggiatrici in metrò. Sono tutte incinte: evitano il carcere

Durante un controllo di polizia, sono state fermate 11 donne dedite all'attività di borseggio nella metro di Milano. Tutte incinte, evitano il carcere

Fermate 11 borseggiatrici in metrò. Sono tutte incinte: evitano il carcere

Continuano le azioni delle forze dell'ordine contro le borseggiatrici della metropolitana di Milano, purtroppo ormai vittima del più bieco degrado. La percezione di sicurezza nelle gallerie, nelle stazioni e nei vagoni è sempre più bassa. I reati si susseguono a ritmo elevato senza che l'amministrazione comunale si impegni concretamente per risolvere il problema. Si sta occupando attivamente della questione Striscia la notizia con il suo inviato di punta Valerio Staffelli, che più volte è stato aggredito dalle borseggiatrici. La polmetro è intervenuta e la procura ha emesso undici daspo nei confronti di donne nomadi, bosniache o italiane di etnia rom, tutte in stato interessante.

Le donne sono state accompagnate in questura martedì 5 aprile, a seguito di un controllo effettuato dagli uomini che quotidianamente presidiano le stazioni della metro maggiormente bersagliate dalle borseggiatrici, quindi Centrale, Duomo e Cadorna. Sono numerose le denunce che vengono quotidianamente sporte dai passeggeri, che vengono presi di mira dalle malviventi che "lavorano" in stazione e che per la maggior parte delle . La più anziana tra le fermate ha 50 anni, 8 figli ed è nuovamente incinta. La più giovane ha 19 anni e anche lei è in stato interessante. Una 34enne, incinta, ne ha già 14 e una 43enne ne ha 9.

Trovandosi tutte in stato interessante, non è stato possibile per le forze dell'ordine attuare misure di detenzione nei confronti delle donne, per le quali è stato disposto un daspo urbano, che per altro gravava già su alcune di loro, che infatti sono state indagate per la sua violazione. Altre tre, invece, sono state indagate per tentato furto pluriaggravato.

La gravidanza delle borseggiatrici è una tecnica ben nota per sfuggire alle maglie della legge, visto che non possono essere punite in conseguenza del loro stato interessante. Una tecnica che richiama lo storico film Ieri, oggi e domani con Sophia Loren, che richiama una tecnica ben nota per non finire in carcere. Quello dei borseggi è un problema serio di Milano, città che vorrebbe affacciarsi in Europa ma che purtroppo è vittima della mala amministrazione di Beppe Sala, rieletto lo scorso ottobre per il secondo mandato ma ancora immobile sulle questioni di sicurezza cittadina. Nonostante si imputi la percezione di scarsa sicurezza all'attività di denuncia social dell'opposizione, che amplifica una situazione non così grave, in realtà i dati parlano chiaro e Milano è stata inserita in testa alla classifica delle città meno sicure del Paese.

"Una bella notizia, per cui ringraziamo la Polmetro, quella degli undici daspo ad altrettante borseggiatrici seriali attive sui mezzi pubblici di Milano, specialmente nelle fermate metropolitane ad alta frequentazione, su tutte Centrale, Duomo e Cadorna", ha dichiarato Silvia Sardone, consigliere comunale della Lega a Milano. Silvia Sardone ha aggiunto: "Tutte pluripregiudicate e tutte incinte per evitare di scontare condanne definitive e di conseguenza il carcere: questo è un giochino che non può più andare avanti all’infinito, è una vera e propria piaga da sanare. In attesa di una legge ad hoc quanto mai necessaria, il Comune di Milano anziché starsene con le mani in mano perché non interviene coi suoi poteri? Perché non ha ancora pensato di incrementare il numero di pattuglie, in divisa e in borghese, di agenti della Polizia Locale del nucleo tutela trasporto pubblico?".

Il consigliere ha poi concluso: "Sui mezzi bisogna far sentire la presenza della legalità perché il biglietto da visita di Milano ai turisti in arrivo in città non può essere il borseggio non appena si mette piede sulla metro".

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