Davano permessi falsi a immigrati clandestini: arrestate dieci persone

Funzionari pubblici e di polizia locale erano complici di un ufficio di pratiche italo-cinese

Davano permessi falsi a immigrati clandestini: arrestate dieci persone

Dipendenti in servizio alla Questura di Bergamo, agenti della polizia locale, segretari comunali, nell'inchiesta che ha sgominato una presunta organizzazione dedita a falsificare permessi di soggiorno c'è di tutto. Una decina di persone - cinque delle quali in carcere e altrettante ai domiciliari - operava tra Novara, Milano e Bergamo ed è stata sgominata dopo due anni di indagini dalla Squadra mobile della questura di Bergamo: le accuse sono favoreggiamento aggravato dell'immigrazione clandestina, falso ideologico, alterazione di documenti per il rilascio del permesso di soggiorno e vari episodi di corruzione. L'operazione «Yuan» ha causato un'immediata reazione politica: il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha esultato per il risultato: «Grazie Polizia. Business dell'immigrazione di massa, la pacchia è finita».

Il questore di Bergamo Maurizio Auriemma, il pm titolare dell'indagine Carmen Santoro e il capo della Mobile Salvatore Tognolosi hanno spiegato che l'inchiesta è partita dalla segnalazione dell'ufficio Immigrazione alla Mobile per una richiesta di validazione di alcune pratiche di rinnovo di permesso di soggiorno a cittadini cinesi.

Da lì sono state ricostruite tutte le informazioni che hanno portato agli arresti, a partire dai costi sostenuti dagli stranieri. Il gruppo avrebbe avuto un preciso tariffario: tremila euro per il rinnovo di un permesso di soggiorno, il triplo, novemila, per un ricongiungimento familiare. Un grosso giro d'affari che ha fatto scattare le manette: in cella i cinesi Xiaochao detto Giovanni Dong e Gaojian detto Luca Dong, oltre a Luana Calvi e Andrea Sciortino, funzionario della polizia locale di Bergamo. Altre cinque persone invece sono state poste agli arresti domiciliari: Saverio De Vuono, segretario comunale di diversi Comuni bergamaschi tra cui Orio al Serio; Mattia Cirrone, comandante della polizia locale di Orio al Serio, Leo Pezzimenti, appartenente alla polizia locale di Bergamo; Pierpaolo Perozziello, coadiutore amministrativo contabile in servizio alla questura di Bergamo; Lorenzo Mario Luciano Fasulo. A un dipendente del Comune di Albano Sant'Alessandro, Walter Flaccadori, è stata invece applicata la misura cautelare interdittiva di sospensione dal suo incarico.

Il modus operandi secondo le indagini era questo: Leandra Arnaldo Pavorè e Xiaochao Dong, titolari di un'agenzia di pratiche amministrative, attraverso la collaborazione degli appartenenti all'amministrazione pubblica (Sciortino, Pezzimenti, Cirrone, De Vuono e Flaccadori), avrebbero creato le condizioni per ottenere il nulla osta a ricongiungimenti famigliari, rinnovi di permessi

di soggiorno a cittadini cinesi privi dei requisiti necessari, falsificando certificati, ma anche creando residenze e attività di lavoro fittizie. Un business su cui però è intervenuta l'operazione della polizia di Stato.

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