De Gregori-Baustelle Epoche a confronto

Al Carroponte il mito di «Rimmel» Il trio «indie» a Villa Arconati

Hanno entrambi in comune il nome di battesimo: Francesco. E per quanto appartengano a generazioni diverse e per certi versi molto distanti tra loro, non è difficile trovare elementi in comune. Sia De Gregori, in concerto al Carroponte sabato sera, sia Bianconi, dal vivo stasera alla testa dei «suoi» Baustelle al Festival di Villa Arconati, sono due grandi cantautori. Il primo, che canta e scrive per se stesso, ha lasciato ormai un segno indelebile nella storia della canzone popolare italiana (anche se fosse solo per La donna cannone); il secondo, Bianconi, che le sue storie in musica le veicola invece attraverso una formazione che ha ormai già quasi 20 anni di carriera alle spalle, si è fatto apprezzare per una scrittura che non disdegna il pop, senza mai rinunciare alla complessità e all'eleganza.Di sicuro la musica di entrambi, che condividono un approccio in apparenza burbero e un po' narciso e un uso della voce quantomeno singolare, non è di quelle da ascoltare in maniera distratta. Tutti e due stanno vivendo un periodo estremamente positivo.In attesa di un nuovo album, quest'estate De Gregori proseguirà nel suo «neverending tour», alla maniera dell'idolo Bob Dylan, proponendo una scaletta in cui ci saranno i pezzi più conosciuti che i fan ormai pretendono (come si potrebbe d'altronde fare a i meno di cantare Rimmel, La leva calcistica della classe '68 o Titanic?), ma anche brani ripescati dal repertorio meno frequentato dal cantante romano, che sembra aver trovato pace con se stesso e ha ormai rinunciato a quel vezzo, un po' controverso, di stravolgere le sue canzoni più belle. Ovviamente, ci sarà anche quella versione di Anema e core, vista nei concerti dello scorso autunno, in duetto con la moglie Alessandra Gobbi.

Bianconi (voce, chitarra, tastiere), Rachele Bastreghi (voce, chitarra, tastiere) e Claudio Brasini (chitarra), l'ultima band in ordine di tempo alla quale sia riuscito il transito dal circuito pop-rock alternativo alle platee del grande pubblico, hanno inanellato un album dietro l'altro nel

giro di poco più di un anno. Le loro non sono canzoni facili, a dispetto del sottotitolo dell'album «L'amore e la violenza, Vol. 2». Poco importa. In fondo, in giro di canzonette sin troppo facili ce ne sono in abbondanza.

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