La scelta choc al cimitero: "Cremiamo solo salme di chi risiede a Milano"

Aumentano i decessi nel capoluogo lombardo. Da giovedì 5 novembre la cremazione al cimitero di Lambrate sarà disponibile solo per i defunti residenti in città

La scelta choc al cimitero: "Cremiamo solo salme di chi risiede a Milano"

A partire dal giovedì 5 novembre il servizio di cremazione presso il cimitero di Lambrate, a sud di Milano, sarà attivo solo per i defunti con residenza nella città meneghina. È quanto recita, in estrema sintesi, la nota diffusa dal comune di Milano in data 3 novembre 2020. La decisione è maturata a seguito dell'incremento sensibile di decessi per/con Covid nel capoluogo lombardo e al fine di scongiurare il sovraccarico del polo crematorio.

Stop alla cremazione

"A partire da giovedì 5 novembre la possibilità di richiedere la cremazione presso il Polo crematorio di Lambrate sarà limitata ai soli residenti milanesi, che siano deceduti a Milano o anche fuori città. - si legge nella comunicazione - Lo stabilisce una determina che segue l'ordinanza n. 16/20 tuttora in vigore. L'operatività del crematorio è costantemente monitorata dalla direzione servizi funebri per garantire il corretto funzionamento e la massima capacità dell'impianto". In buona sostanza, chi muore in città ma non vi è residente non potrà essere cremato presso il crematorio di Lambrate. In ogni caso, assicurano dall'amministrazione, la sepoltura della salma sarà esentata dalle tariffe comunali applicate generalmente sul servizio. La limitazione si è resa necessaria dopo l'incremento dei decessi Covid e al fine di non compromettere l'operatività della struttura."La media è di 46 decessi al giorno — si legge nell’ordinanza del Comune —, mentre"si sta registrando una crescente mortalità anche con picchi superiori a 80 decessi al giorno. E la situazione sta compromettendo la normale capacità operativa del crematorio e del deposito del cimitero, con tempi di attesa per la cremazione superiori a cinque giorni dall’arrivo a Lambrate dei feretri''. La prima ordinanza sul tema risale allo scorso 26 marzo. Durante la prima ondata della pandemia, per circa tre settimane, dal 3 al 21 aprile, le attività del crematorio furono sospese "per l’aumento costante e progressivo dei defunti in attesa di cremazione" che avrebbero potuto compromettere le condizioni igienico-sanitarie dello stesso.

Decessi in aumento

L'ultimo bollettino diffuso dal ministero della Salute scandisce 28.244 nuovi contagi e 353 decessi in Italia, secondo i dati riportati dal ministero della Salute. Di questi, 6.804 sono in Lombardia, a fronte di 32.337 tamponi, per un rapporto positivi-tamponi del 21% (in calo rispetto al 21,9% di lunedì). La Lombardia fa registrare altresì un sensibile aumento di decessi: 117 nelle ultime 24 ore di cui 66 solo a Milano. Oltra la metà del totale, con una forte incidenza degli over 75. I ricoverati in terapia intensiva salgono di 40 unità (475 totali) mentre quelli negli altri reparti di 334 (4.740 complessivi). Infine, sono 2.539 i nuovi guariti/dimessi (100.115 dall'inizio della pandemia).

Trovato accordo per rianimatori ospedale in Fiera

Stando a quanto riferisce il Corriere della Sera, ieri sarebbe stato trovato l'accordo per tra le organizzazioni sindacali, in prima battuta quelle dei rianimatori, per gli ospedali in Fiera di Milano e Bergamo.

"Un tassello importante nell’ottica della valorizzazione del lavoro di professionisti che si stanno occupando di pazienti fragili: oltre agli incentivi di carattere economico e l’utilizzo gratuito di alloggi, l’intesa stabilisce anche la possibilità di effettuare screening diagnostici con l’attivazione di sportelli per il supporto psicologico anche per i familiari", ha spiegato l’assessore al Welfare Giulio Gallera.

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