Cronaca locale

Delusione riaperture. Fontana: "Serve di più"

Protestano i gestori di discoteche e piscine. Moratti annuncia: "Agosto, tutti vaccinati"

Delusione riaperture. Fontana: "Serve di più"

Le riaperture? Avanti tutta, anche se una si sarebbe potuto fare di più, sia sul fronte dei pubblici esercizi, che di alcune categorie rimaste ancora molto penalizzate dalle caute decisioni del governo. «Il concetto è giusto: il Governo sta andando nella direzione di una graduale riapertura, forse si poteva fare qualcosa in più» il commento del presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana. Il graduale ritorno alla normalità è merito anche del piano vaccinale, che in Lombardia procede spedito: «Oggi siamo a quattro milioni e 800 mila dosi in tutta la Lombardia. Il nostro obiettivo - ha ribadito l'assessore regionale al Welfare Letizia Moratti Letizia Moratti - è di finire le vaccinazioni al 30 agosto con le forniture di oggi».

Da oggi il coprifuoco slitta alle 23, il 7 giugno a mezzanotte e il 21 giugno sarà definitivamente abolito. Per quanto riguarda la ristorazione, uno dei settori più colpiti dalle limitazioni, bisognerà attendere il 1 giugno per prendere il caffè al bancone del bar e cenare al ristorante anche al coperto. Due settimane che faranno sentire il loro peso sui bilanci. Così se la riapertura delle palestre è stata anticipata di una settimana (al 24 maggio) e si consente il ritorno del pubblico negli stadi e in tutte le competizioni sportive, dovranno aspettare il 1 luglio le piscine al coperto (che quindi perdono la possibilità di organizzare i corsi estivi), mentre rimangono ancora chiuse fino a data da destinarsi discoteche e sale da ballo.

Il criterio del rischio calcolato sembra non aver coinvolto le discoteche, appunto, nonostante siano state «l'unica categoria che ha proposto un test per verificare l'impatto delle riaperture, prima del via libera effettivo. Non solo - spiega Roberto Cominardi presidente di Silb Milano - abbiamo sottoposto al governo un protocollo e un test di verifica». L'ultimo week end di maggio, fatto salvo il via libera da Roma, al Fabrique di zona Mecenate entreranno a ballare 2500 ragazzi con green pass. Il 5 giugno la stessa cosa sarà fatta a Gallipoli, in una discoteca all'aperto. «Non solo proponiamo un confronto tra sale da ballo all'aperto e al chiuso, ma il test prevede anche un tampone obbligatorio a 6 giorni dall'evento. E non dimentichiamo che dal 2 giugno in Lombardia partiranno i vaccini per i ragazzi fino a 16 anni». Doppia la contraddizione: da un lato il governo consente la riaperture di centri sociali e ricreativi mentre le sale da ballo anche all'aperto rimangono chiuse, ma tutti abbiamo visto i ragazzi ballare in Darsena o sulle spiagge. «Noi stiamo offrendo la possibilità a tutti di ballare in sicurezza, ma rimaniamo fermi al palo. E continuiamo a perdere fatturato» chiude Cominardi.

Discorso simile per i gestori delle piscine, riuniti nell'Associazione lombarda ARISA (aderente a Confcommercio): «L'approccio sulle riaperture degli impianti sportivi è stato sbagliato fin dall'inizio: si sarebbe dovuta fare un'analisi scientifica basata su parametri fisici e chimici per calcolare i diversi fattori di rischio a seconda delle attività - spiega il presidente Angelo Gnerre - le norme che regolano le piscine, per esempio, prevedono che ci sia un continuo e costante ricambio di aria, così vale per i palloni dei campi da tennis. Elementi come ambiente, temperatura e umidità, ricambio d'aria, numero di persone coinvolte andrebbero incrociati per calcolare le diverse percentuali di rischio. Eppure si consentono gli sport di contatto o le gare podistiche». Così ci sono diversi studi scientifici che dimostrano che il cloro uccide i virus, come quello della Sars, in 30 secondi. Perchè non se ne tiene conto? si chiedono i gestori.

Così lasciano perplessi i 7 metri quadri per natante all'aperto calcolati come distanza di sicurezza: «Su quali evidenze scientifiche? A quanto mi risulta nessuna, mentre noi con la capienza così ridotta perdiamo il 60 per cento dell'indotto» conclude Gnerre.

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