Depressione, ansia e autolesionismo: soffre un ragazzo su 7

A Milano un adolescente su sette soffre di un disturbo mentale. Lo psichiatra Mencacci: "Questa è la quinta ondata e non ne conosciamo la durata"

Depressione, ansia e autolesionismo: soffre un ragazzo su 7

In città un adolescente su sette soffre di un disturbo mentale. Siamo a Milano e la platea dei ragazzi tra i 12 e i 21 anni conta circa 280mila adolescenti. Studi di prevalenza su Milano e basati su dati Unicef indicano che un adolescente su sette soffre di un disagio psichico legato alla pandemia per una concomitanza di fattori eccezionali, eventi stressanti come l'isolamento sociale, la sospensione della didattica e la chiusura delle altre attività, il cambiamento delle abitudini. «Cresce la sofferenza interiore che si può manifestare con fenomeni di autolesionismo e di aggressività, atti di cyberbullismo e insonnia» spiega Claudio Mencacci, co-presidente della Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia e direttore emerito di salute mentale all'Asst Fatebenefratelli-Sacco. Dal 2020 al 2021 sono aumentati i primi accessi ai servizi di neuropsichiatria e al pronto soccorso per tentati suicidi e atti autolesivi. «I tassi di depressione e ansia che si registrano sono direttamente correlati alle restrizioni: si impennano cioè quando viene impedita la socialità, quando si deve tornare alla didattica a distanza, quando non si possono coltivare le relazioni con i coetanei che in adolescenza sono indispensabili» spiega Mencacci .

A pagare il prezzo più alto i ragazzi della scuola secondaria superiore, una fase essenziale per le nuove esperienze e per i primi traguardi: «Non vivere nella normalità pietre miliari come l'esame di maturità o i primi amori per la psiche di un giovanissimo è assimilabile a un lutto e come tale può essere un fattore scatenante di ansia e depressione» continua il direttore. Aspetto ancora più preoccupante è il futuro della malattia per questi ragazzi: «Tanti stanno mostrando di non riuscire a uscirne: per loro la pandemia è stata una sorta di catalizzatore, un evento che li ha portati su una traiettoria di malessere. Senza contare coloro che erano già fragili, per i quali la pandemia è stata ancora più difficile da affrontare. Tutti devono essere intercettati e aiutati a uscire dalla depressione».

Oggi vediamo la punta dell'iceberg rispetto al fiume carsico di cui non si conosce la portata, per di più in una situazione dove il disagio famigliare cresce, come dimostrano l'aumento degli episodi di violenza domestica, del consumo di alcol e la costanza nell'uso di droghe. «Questa in sostanza sarà la quinta ondata della pandemia» avvertono gli esperti riunti al XXIII congresso nazionale virtuale della Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia.

Uno scenario molto simile si sta profilando in tutto il mondo, fotografato dalla metanalisi appena pubblicata su JAMA Pediatrics su 29 studi condotti su oltre 80mila giovani, che dimostra come oggi un adolescente su quattro ha i sintomi clinici di depressione e uno su cinque segni di un disturbo d'ansia: casi raddoppiati rispetto al periodo pre-pandemico, che comporterà un grosso carico negativo sulla salute futura dei ragazzi.

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