nostro inviato a MonzaSono tutti alla Villa Reale di Monza per l'Expo. Si vede, si sente, si tocca che si aspettano molto dal 2015. Progetti, ma soprattutto speranze. Autorità schierate e il presidente del consiglio, Enrico Letta, fianco a fianco al sindaco, Giuliano Pisapia, al presidente della Regione, Roberto Maroni. Arrivano tutti gli amministratori leghisti. A un passo il capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Larghe intese per l'Esposizione universale del 2015.
E poi una notizia per Milano, che si prepara a diventare capitale dell'Europa tra il luglio e il dicembre del 2014. Tra un anno esatto. Non un titolo onorifico, ma una richiesta ufficiale. «Milano capitale del semestre di presidenza europea» dice il presidente del consiglio, Enrico Letta. E annuncia che il vertice Asem, che vedrà la presenza di 50 capi di governo, «straordinariamente» sarà a Milano. Prove generali dell'Expo che partirà il primo maggio 2015.
Letta, che ha seguito le vicende dell'Expo fin dall'inizio, vede nel 2015 un aiuto, un salvagente, un soccorso. Un antidoto per salvarsi dalla crisi. «Leghiamo all'Expo l'obiettivo della ripresa economica del nostro Paese» dice il premier. E ancora: «Expo vince e vincerà se sarà simbolo dell'unita nazionale. Sarà il cuore della ripresa del nostro Paese». Punta ai visitatori: «Sarà occasione di rilancio del turismo. Non possiamo accettare che il nostro Paese sia scivolato così in basso nelle graduatorie turistiche».
Non va tutto bene. E Napolitano non lo nasconde, pur dentro i toni celebrativi dell'Expo tour alla Villa Reale. Parla di «determinazione» necessaria il Presidente, «per superare difficoltà e residui ritardi, dato che non c'è più un giorno da perdere». Insiste sull'importanza di essere uniti al di là delle appartenenze politiche. D'altra parte, tre governi sono passati da quando Milano ha vinto Expo. Napolitano lo ricorda: «Nonostante le tensioni e i fattori di instabilità che da tempo caratterizzano i rapporti politici e la vita istituzionale nel nostro Paese, si sa in certi momenti egualmente riconoscere - da parte di tutte le forze politiche sociali e responsabili - quel che tocca esigenze vitali della nazione e deve sollecitare la più larga convergenza di sforzi».
Giuseppe Sala, commissario unico, ammette che «la strada è ancora lunga, anche se in questa settimana abbiamo visto un cambio di passo». Ci sono «difficoltà» nelle opere: «Ma ce la faremo, nel rispetto delle regole di vigilanza e legalità». Sala ricorda che è «urgente riflettere sul dopo Expo, individuare una missione». È felice della «corsa all'adesione». I Paesi che parteciperanno sono già centotrentuno. La Grecia, che attraversa una fase tanto delicata della sua storia, ha aderito e farà la sua parte. E il centotrentunesimo Paese è il Burundi, «che ha vissuto anni difficili». Il 97 per cento della popolazione asiatica è rappresentato e ben 35 Paesi africani hanno aderito.
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