Aveva attirato l'attenzione dei condomini di una palazzina in corso Sempione che, intorno alle 13 di domenica, l'avevano notata aggirarsi per le scale insieme a un'altra donna. Le telefonate arrivate al centralino della questura avevano tutte lo stesso tenore: «Ci sono due zingare nel palazzo» spiegavano allarmati i residenti. Al loro arrivo, i poliziotti delle «Volanti» avrebbero voluto arrestato entrambe le donne per tentato furto. L'arresto, però, non è stato portato a conclusione perché entrambe le nomadi - croate di 32 e 31 anni - erano in avanzato stato di gravidanza. In particolare, la più giovane aveva pendente un cumulo pena, sempre per furti in casa e in alcuni casi anche per scippo - di ben 22 anni complessivi.
A febbraio, una vicenda molto simile. Quella di una 36enne di origine bosniaca, appartenente a una notissima famiglia rom della malavita romana, con una quarantina di denunce alle spalle e un cumulo di pena di nove anni per furto. Alla stazione Garibaldi una passeggera, con la collaborazione di altre due donne, riuscì a bloccare la ladra in flagranza fino all'arrivo dei carabinieri. La nomade aveva addosso alcuni effetti personali della derubata, e venne arrestata. Nata a Roma ma residente in Bosnia, la ladra spiegò di sentirsi male e così venne accompagnata per accertamenti alla clinica Mangiagalli, da dove venne subito dimessa quando si scoprì che aspettava un figlio.
Ci fu così un accordo con il pubblico ministero di turno per portare la borseggiatrice di fronte al giudice per le «direttissime», ma almeno fino a questo venerdì, 21 giugno, quando verrà finalmente sottoposta a giudizio, la borseggiatrice non è mai andata in carcere proprio perché incinta.PaFu
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