Diabolik e i suoi fratelli. Quando il cinema "flirta" pure coi fumetti

Allo Spazio Wow una mostra con manifesti, tavole e strisce. Un viaggio nel "cinecomic"

Diabolik e i suoi fratelli. Quando il cinema "flirta" pure coi fumetti

Un triangolo amoroso che ha dato e continuerà a dare molti frutti unisce cinema, fumetto e televisione. Sarà il tema del «Fumetto Film Festival» da Wow (dal 15 ottobre al 22 gennaio), viaggio attraverso oltre cent'anni di espressioni artistiche con preziose tavole originali, rari manifesti cinematografici, statue, creazioni Lego e le tante sorprese cui ci ha abituato uno spazio culturale che fa onore a Milano.

Cinema e fumetto hanno «flirtato» fin dagli albori, in lieta corrispondenza di amorosi sensi. A partire da Happy Hooligan (in Italia noto come Fortunello, sulle pagine del «Corriere dei Piccoli», e ripreso a teatro da Petrolini che ne fece una delle sue maschere più caustiche), interpretato sul grande schermo da attori in carne e ossa già nei primi anni del Novecento. Da allora, scopriremo nelle sale di Wow in viale Campania, o semplicemente rovistando nella memoria, che di strada ne è stata fatta. Il cinema ha adottato i supereroi della Marvel nei primi anni Quaranta, quando servivano a caricare il morale delle truppe americane scese in guerra. E prima, nel 1931, il film-commedia «Skippy», tratto dal fumetto di Percy Crosby (tavole che alcuni esegeti considerano ispiratrici dei Peanuts di Schulz), vinse addirittura l'Oscar.

Non trascurabili i prestiti in senso inverso, dal cinema al fumetto, come successe in Italia dove «Luciano Serra pilota», tratto dall'omonimo film del 1938 diretto da Goffredo Alessandrini con Amedeo Nazzari, venne disegnato da Walter Molino (in mostra una tavola originale). Finì in fumetto pure Charlie Chaplin, grazie alle matite di Elzie Crisler Segar, il creatore di Popeye-Braccio di Ferro. L'Italia, nonostante la morsa del fascismo e la guerra, produsse nel 1941 il primo film nazionale tratto da un fumetto: «Cenerentola e il Signor Bonaventura», diretto da Sergio Tofano in arte Sto, interpretato da Paolo Stoppa e Silvana Jachino.

Si chiama «cinecomic» il genere che sposa gli eroi delle strisce - non sempre invincibili - al grande schermo. Nei pannelli della mostra vengono ricordati inevitabili fallimenti commerciali, ma noi preferiamo pensare positivo e rivivere tanti successi, dai film tratti da Superman (per lungo tempo in Italia fu Nembo Kid, il «ragazzo nuvola» proveniente dal pianeta Krypton) alla serie «The Avengers», ai vari Batman, per tacere di pezzi da novanta quali Spider-Man. L'Uomo Ragno ridiventa addirittura fumetto dopo essere stato adottato dal cinema, come dimostra una tavola di Alan Davis che è stata tratta dall'adattamento cinematografico dell'eroe targato Marvel. A parte film e serie televisive ispirate ai fumetti, non è raro, come abbiamo detto, che accada il contrario. Ecco le tavole di Roberto Lauciello, realizzate in digitale, sulla vita di Bud Spencer e i lavori di Lele Corvi e Francesco Barilli su Marilyn Monroe. Poteva mancare il grande Totò, una figura snodata che persino in carne e ossa rimanda alle strisce? No, infatti lo vediamo disegnato da Gianni De Luca. Anche Don Camillo, capostipite di tutti i preti cinematografici e televisivi (Don Matteo compreso), è finito in volumi a fumetto: in mostra le tavole che riguardano un celebre episodio della saga, quello della Via Crucis. I fumetti hanno omaggiato l'invenzione dei fratelli Lumière ripetute volte. Martin Mystère dedicò un episodio alla vera storia del cinema che, secondo lo stile del personaggio, avrebbe lati esoterici.

Ci accorgiamo che la materia è tanta, non vorremmo terminare l'articolo senza citare film italiani derivati dai fumetti: i due «Diabolik» (di Mario Bava, 1968, e dei Manetti Bros, 2021) e «Baba Yaga» (1973), dalla seducente Valentina di Guido Crepax (su www.museowow.it).

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