Un diciottenne milanese cade con lo snowboard e muore

Un diciottenne milanese cade con lo snowboard e muore

Un diciottenne ha perso la vita sabato sera schiantandosi con lo snowboard nel canalone Horlovono (che prende il nome da una vicina via) sulle alture di Macugnaga (Verbania).
La vittima è Giacomo Cornara, nato e residente a San Giuliano Milanese. L'allarme è scattato quasi subito, intorno alle 17.30, quando gli amici non lo hanno visto arrivare all'Alpe Bill, dove dovevano ritrovarsi. Il giovane milanese era scivolato infatti da una parete per circa 80 metri, terminando la sua caduta sulle rocce. E quasi sicuramente è morto all'istante.
Per recuperare il corpo, i vigili del fuoco volontari e gli operatori del soccorso alpino di Macugnaga che hanno lavorato sino alle 22.30. Dopo aver constatato il decesso del ragazzo, infatti, facendo scendere nel canalone anche un medico, i soccorritori hanno impiegato oltre 5 ore per recuperare la salma dovendolo imbarellare e calare dall'altissima parete. Per consentire le operazioni di recupero, i vigili del fuoco sono stati costretti a posizionare diversi fari per illuminare la zona dove si trovava il cadavere del giovane. Che, dopo aver percorso con lo snowboard una discesa di 150 metri, aveva affrontato il salto di un'ottantina di metri. «Un salto proibitivo - hanno spiegato i soccorritori -. Se il ragazzo non lo avesse fatto e si fosse fermato, l'avremmo recuperato ancora in vita».
Invece Cornara, probabilmente sopravvalutando le proprie capacità e animato da una discreta dose di incoscienza, ha affrontato il pericoloso salto. Quando il medico ha ispezionato il cadavere ha notato che il ragazzo aveva entrambe le gambe e i femori rotti, ma anche un grosso taglio sulla schiena.
Sabato, intorno alle 17.30, il gruppo di amici del giovane milanese, dall'alpe Meccia erano diretti verso l'alpe Bill.

I giovani si erano rifiutati di abbandonare il sentiero e seguire Cornara decisissimo, comunque, a fare fuoripista anche da solo in quello che sapeva un pericoloso canalone, addirittura definito dai soccorritori «non percorribile né con gli sci né con lo snowboard» e segnalato come tale da numerosi cartelli. La salma del ragazzo è stata ricomposta all'obitorio dell'ospedale San Biagio di Domodossola dove, non appena avvertiti della tragedia, sono giunti i familiari.

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