Non è finita qui. Tra i sindacati c'è perfino chi invoca lo sciopero selvaggio. Come se il disastro di martedì non fosse stato abbastanza. Ma è la stessa Cgil a tirare il freno e a calmare gli animi dei colleghi che vorrebbero proseguire ad oltranza le agitazioni mettendo definitivamente in ginocchio la città. «Tutte le lotte - spiega, diplomatico, il segretario della Camera del lavoro, Onorio Rosati - devono rispettare leggi e regole». Anche quando in ballo c'è un contratto scaduto da cinque anni.
Anzi, Cisl e Cgil tengono a precisare che lo sciopero di martedì di selvaggio non ha avuto proprio un bel niente. È stato programmato, programmatissimo, a livello nazionale. «In tutta Italia non è successo niente - precisa Rosati -. Forse a Milano c'è stato un problema di comunicazione».
Eppure - mettono i puntini sulle «i» anche il segretario generale della Cisl di Milano, Danilo Galvagni, e il segretario della Fit Cisl Lombardia (con delega all'Atm), Giovanni Abimelech - «lo sciopero era stato proclamato e organizzato nel pieno rispetto delle regole e delle fasce di garanzia. Quello che è accaduto a Milano è stato un fatto eccezionale, tant'è vero che nel resto d'Italia e in occasione di precedenti agitazioni in città non ci sono stati problemi». Quindi? Quindi i sindacati non ci stanno a prendersi la colpa per la città rimasta a piedi e ribaltano le responsabilità altrove. «Tutti adesso, a cominciare dai politici, se la prendono con il sindacato e i lavoratori, ma nessuno ha nulla da dire alle associazioni datoriali pubbliche e private che, in modo irresponsabile, si rifiutano di giungere ad un accordo e anzi cavalcano strumentalmente la rabbia dei cittadini». E poi l'affondo finale: «A Comune e Atm chiediamo di uscire da Astra, l'associazione nazionale delle imprese del trasporto pubblico, che è la vera responsabile di questa situazione».
Insomma, le organizzazioni sindacali vogliono tenere ben distinte le due questioni: un conto sono i disagi di martedì (annunciati ma enormi), un altro conto è la lotta dei lavoratori per il contratto. «Quindi - si infuoca Rosati - non venga strumentalizzata contro di noi la rabbia della gente».
All'assessore alla Mobilità Pierfrancesco Maran, che chiede di rivedere le fasce di garanzia per attutire il disagio a chi usa i mezzi pubblici, la Cgil risponde: «Se ne può parlare attorno a un tavolo per trovare soluzioni che vadano incontro alle esigenze dei cittadini senza però ledere quelle dei lavoratori».
Detto questo, i sindacalisti non hanno nessun rammarico. C'è chi li accusa di non essere tornati al lavoro nonostante la situazione di emergenza. Ma qualche macchinista invece è rimasto, gli altri non sono stati avvisati per tempo.
Il nuovo banco di prova sarà il 16 novembre, data del prossimo sciopero, ma quel giorno sembra che non ci saranno le modalità di garanzia delle fasce orarie. E si teme un nuovo caos.
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