Dissequestrato il T-red incriminato: tornerà attivo

Presto il T-red incriminato tornerà a tormentare i sonni degli automobilisti di Pieve Emanuele. Il procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo ha infatti dissequestrato ieri il «semaforo intelligente» finito nella bufera quando i magistrati di Verona, nell’ambito di un’indagine che coinvolgeva oltre sessanta comuni in tutta Italia, lo avevano posto sotto sigillo lo scorso gennaio.
Il T-red di Pieve Emanuele sarà il primo tra quelli posti sotto sequestro a tornare operativo. L’inchiesta era partita sulla supposizione che i sistemi per rilevare le infrazioni commesse dagli automobilisti agli incroci fossero truccati per aumentare il numero delle multe. Nel mirino della magistratura era finito in particolare il giro d’appalti legato ai «semafori intelligenti».
Robledo ha accolto l’istanza presentata dal Comune di Pieve Emanuele, rappresentato dall’avvocato Andrea Fares, alla quale era stata allegata una consulenza tecnica di due professori del Politecnico, con la quale si sosteneva che non c’era difformità tra gli impianti di rilevazione automatica delle infrazione semaforiche installati e il prototipo omologato dal ministero.


Ora ci si attende una pioggia di istanze simili a quelle presentate da Pieve Emanuele da parte dei comuni interessati dall’inchiesta veronese, che vede oltre cento indagati tra i quali moltissimi comandanti di polizia municipale e un consistente numero di amministratori pubblici. Era finito addirittura in carcere con l’accusa di frode nelle pubbliche forniture, anche se poi è stato scarcerato dal Tribunale del Riesame di Venezia, l’inventore del T-red, l’ingegnere Stefano Arrighetti.

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