Chiara Campo
É un flusso continuo, dal 2013. Lunedì scorso è stato necessario allestire anche il tendone dell'ex Palasharp e dal primo novembre la caserma Montello di via Caracciolo aprirà le porte a 300 migranti, almeno fino a dicembre 2017 sostiene il sindaco. «Basta parlare di emergenza, non è un fenomeno passeggero ripetono da mesi gli esponenti del centrodestra e lo ha scritto giorni fa anche Beppe Sala in una lettera inviata al premier Renzi. Domani la questione accenderà il consiglio comunale, convocato in seduta straordinaria proprio sul tema migranti. «Il mio invito - ha detto giorni fa l'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino rivolgendosi all'opposizione - è di dirci cosa fareste voi». L'opposizione ha pronti gli ordini del giorno. E il leghista Alessandro Morelli avverte che «dal sindaco attendiamo un elenco preciso di quanti profughi intende accogliere nei prossimi mesi, dove e per quanto tempo. Noi insistiamo per uno stop, Milano ha già dato e il Viminale nega lo status alla mnggior parte di chi ne fa richiesta, non sono profughi ma clandestini. Se Sala vuole continuare a sostenere la politica dell'invasione, abbia un afflato di coraggio e presenti in modo trasparente il piano, o ad ogni centro che verrà aperto in modo inaspettato, in zona scatterà la rivoluzione». É accaduto intorno alla caserma Montello, i comitati di protesta hanno raccolto oltre 4mila firme e domani manifesteranno davanti a Palazzo Marino.
Anche il capogruppo di Forza Italia Gianluca Comazzi reclama «basta pressapochismo». L'«approccio assistenzialista di Majorino ha fallito e scontenta tutti: i milanesi che vivono nell'insicurezza e i richiedenti asilo spostati da una parte all'altra della città come pacchi. Occorre risolvere il problema all'origine, nell'evanescente Patto per Milano firmato da Sala e Renzi il Comune deve blindare un numero massimo di migranti che la città è in grado di accogliere. Stabilito questo, parleremo di tempi e luoghi». É dettagliato l'odg preparato dal consigliere di Milano Popolare Matteo Forte. Tra i punti: fissare livelli standard per i centri di accoglienza accreditati (non solo su vitto e alloggio ma insegnamento dell'italiano e dei requisiti base per l'accesso al lavoro), per controllare le strutture «ma anche per verificare l'eventuale fuoriuscita dell'ospite se viola il piano di accoglienza». Agevolare «il rimpatrio assistito dei non aventi diritto, coinvolgendo anche i 106 consolati presenti a Milano e le ong. La collaborazione con i consolati deve prevedere anche il rapido reperimento dei parenti dei minori non accompagnati per il loro affidamento forzoso o il rimpatrio assistito». E il Comune «promuova pattuglie miste in Centrale, Sammartini, Saponaro e intorno ai centri per contrastare il racket dei passaggi oltreconfine, mantenere il decoro, verificare nomi e codici fiscali con cui sono attivate le sim card dei cellulari dei migranti».
E il prefetto Alessandro Marangoni ha convocato per martedì una riunione con alcuni sindaci dell'hinterland per verificare la
disponibilità di nuovi spazi. Protesta il segretario della Lega Lombarda Paolo Grimoldi: «Nella circolare sono inseriti anche sindaci della Lega, ribadiranno il loro no e speriamo che Marangoni lo capisca una volta per tutte».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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