L'estate sembra già finita per l'impaziente politica di Milano. E nella settimana che si apre domani ripartiranno le grandi manovre, per la verità mai andate in ferie. Mercoledì prende il via la Festa dell'Unità nazionale, ospitata ai Giardini Montanelli. E già si sprecano analisi e ipotesi legate al programma con i suoi protagonisti. Toccherà alla vicesegretario Debora Serracchiani e al presidente del Senato Pietro Grasso inaugurare gli incontri. La chiusura, il 6 settembre, spetterà di diritto al premier Matteo Renzi. A Milano arriverà buona parte del governo (anche il ministro dell'Interno Angelino Alfano ), i segretari dei sindacati e il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi , il governatore lombardo Roberto Maroni sarà ospite il 29. Il giorno successivo toccherà all'altro grande ospite «avversario», il capogruppo di Forza Italia al Senato Paolo Romani . I due aspiranti candidati sindaco Pd, Emanuele Fiano e Pierfrancesco Majorino , alla festa ci saranno, ma da separati: niente faccia a faccia (che è come dire «niente candidatura per ora»). Ci saranno anche tre ex sindaci, Gabriele Albertini , Paolo Pillitteri e Carlo Tognoli , mentre l'attuale primo cittadino, Giuliano Pisapia , sarà ospite della festa per ben due volte: il 2 e il 5 settembre, nel primo caso per un dibattito con il segretario milanese Pietro Bussolati , nell'altro per presentare il suo libro. Lusinghe? Pressing per indurlo a ricandidarsi? È possibile. Nel Pd, invece, giurano che si tratta di pura coincidenza: il corteggiamento del sindaco, da parte del partito, sarebbe finito col suo rifiuto di correre per il bis.
Pisapia per il Pd è fuori corsa, ma per gli alleati resta almeno un modello da seguire. Sicuramente per Sel, che prova a dettare le sue condizioni per l'accordo. Il braccio destro di Nichi Vendola , Nicola Fratoianni , rileva che «è cambiato molto, moltissimo» rispetto a quando Pisapia vinse le primarie, e che «il modello di riferimento che c'era all'epoca non esiste più» perché «il Pd di Renzi ha cancellato il modello di centrosinistra». Quindi Sel in primavera a Milano «potrebbe correre da sola». «Non è affatto da escludere», avverte il deputato e coordinatore nazionale di Sel. «Certo - precisa - se Pisapia si ricandidasse non staremmo nemmeno a parlarne», perché sarebbe la prima scelta di Sel. Fratoianni sostiene che «a Milano la coalizione con il Pd è ancora in piedi e auspichiamo continuità». «Le cose vanno bene - afferma - e se si determinasse un profilo in continuità con l'attuale esperienza per noi sarebbe interessante, saremmo pronti a lavorarci».
Poi però deve ammettere che individuare un «nuovo Pisapia» che metta d'accordo tutti «è difficile» tanto più considerando «che Sel attualmente fa una forte opposizione» a Renzi. Insomma, l'incertezza resta tutta: «Non sono né scettico né ottimista - conclude - staremo a vedere».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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