Il Duomo si veste da Scala «Mosè» entra in cattedrale

Quattro le rappresentazioni, a partire da lunedì Una recita innovativa di grande impatto scenico

«Il Duomo suscita un'impressione sconvolgente. Toccante. Emozionante. È molto più travolgente di San Pietro». Ruggero Raimondi spende queste parole sul conto della cattedrale di Milano che si prepara ad ospitare uno spettacolo di assoluto prestigio al suo interno come forse mai prima d'ora era accaduto. E Raimondi, basso-baritono bolognese di 74 anni, una delle glorie italiane della lirica, ne sarà il protagonista. A partire da lunedì - per quattro serate di incanto musicale e culturale - il Duomo ospiterà le rappresentazioni del Mosè di Gioacchino Rossini che avrà proprio il basso-baritono nel ruolo principale del protagonista.

Al suo fianco Mogdan Mihai (Elisero), Filippo Polinelli (Faraone), Luciano Ganci (Amenofi), Giovanni Sebastiano Sala (Aufide), Cristian Starinieri (Osiride), Maria Cioppi (Maria), Lydia Tamburrino (Anaìde), Isabelle Kabatu (Sinaìde). Direttore e maestro concertatore sarà Francesco Quattrocchi che guiderà l'orchestra e il coro della Veneranda Fabbrica. Dopo la serata dell'8 le repliche sono previste per giovedì 11, lunedì 15 e giovedì 18 sempre alle 21. I biglietti costano 40 euro per il settore A, 25 euro per il settore B e 10 euro per i ridotti under 25 anni. I tagliandi sono acquistabili su www.ticketone.it o alle biglietterie del Duomo. A chi ne acquisterà, verrà donata una card Usb che contiene la ripresa dell'opera in alta definizione nell'ormai nuovissimo e perfezionato formato 4K che include contenuti speciali sul ruolo della Veneranda Fabbrica del Duomo. Per eventuali informazioni ci si può rivolgere a www.duomomilano.it o scrivere a info@duomomilano.it.

La prima volta di un'opera lirica in Duomo, presentata ieri mattina, è stata realizzata in collaborazione con Casa Ricordi e si annuncia particolarmente suggestiva soprattutto per l'effetto delle immagini e dei colori particolarmente vivi grazie alle nuove tecnologie. L'emozione delle acque del Mar Rosso e delle proiezioni sulle colonne della cattedrale rappresenteranno qualcosa di indimenticabile e, al tempo stesso, saranno il segno della forza dei Comandamenti che ancora sono oggi sono il pilastro della società e dei valori del convivere. Portare il Mosè di Rossini in Duomo costituisce una scelta forte per riaffermare l'eternità dell'importanza della cultura.

Mosè è una figura di grande potenza e impatto. Recentemente è stata al centro di una rivisitazione attenta che ha toccato anche il cinema per merito di Ridley Scott e del suo Exodus - Dei e re , che vantava un cast di primo piano oltre a un attento esame pur da parte di un regista che si definisce ateo. L'approdo della vicenda all'interno del Duomo significa restituire il personaggio alla sua cornice più idonea e naturale, ma al tempo stesso consente un collegamento con il momento storico che stiamo vivendo.

Il motivo della manna crea infatti un aggancio primario di assoluto rilievo con lo spirito di Expo dedicato al tema «Nutrire il pianeta» troppo spesso trascurato e dimenticato nella quotidianità.

Cibo della vita e cultura come cibo che alimenta anche la fame di sapere è il passaggio ulteriore che consente di trasmettere un'energia rigeneratrice in tutti coloro che assisteranno a quest'opera.

Proiezioni. Musica. Colori. Un arco di tulle abbraccerà il transetto nei pressi dell'altar maggiore, segnando una differenza fra la forza delle immagini e quella delle riprese.

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