E in città un residente su cinque è straniero

Immaginiamo cinque culle nella nursery di un ospedale lombardo. Un bambino di questi cinque nasce da una mamma straniera. Se guardiamo alla precisione del dato statistico, anche di più: il 22,5 per cento del totale dei nati in Lombardia è di origine straniera. È uno dei dati diffusi dalla Caritas ambrosiana durante la presentazione del XXIII Rapporto Immigrazione Caritas e Migrantes. Così è più naturale quel che resta comunque un dato sorprendente: nel Comune di Milano quasi un cittadino su cinque è originario di un altro Paese. Un milanese su cinque è immigrato.
Secondo i dati al 31 dicembre 2012, gli stranieri iscritti all'anagrafe di Palazzo Marino sono 261.412. A queste persone si aggiungono coloro che hanno ottenuto la cittadinanza, diventando italiani (14.386 in Lombardia nel corso del 2012). La Caritas ambrosiana sottolinea un altro aspetto importante: la crescita degli alunni stranieri nati in Italia, le seconde generazioni di immigrati. In base a dati dell'anno scolastico 2012/2013, oltre la metà (53,9%) degli studenti stranieri che frequentano le scuole lombarde è nata in Italia. Negli asili la percentuale si impenna: l'83,4 per cento dei bimbi stranieri nella scuola dell'infanzia è nata da genitori che già vivevano nel nostro Paese.
Le condizioni economiche di queste famiglie sono peggiori che in passato, a causa della crisi: il 50% è a rischio povertà. Gli stranieri guadagnano in media la metà degli italiani, uno su quattro non riesce a pagare affitti e bollette. C'è persino chi vive situazioni così difficili da lasciare la Lombardia per andare a lavorare a Rosarno o Castelvolturno come bracciante, nonostante le condizioni di sfruttamento in cui i migranti sono costretti in queste centrali del lavoro nero. Una forma di pendolarismo è segnalata anche con l'Albania.
C'è anche stato un calo degli ingressi di cittadini non comunitari (-35,6% i permessi rilasciati nel 2012), che la Caritas attribuisce principalmente all'estinguersi dell'effetto sanatoria del 2009. Gran parte degli immigrati è rimasta qui: un milione di persone, il 23,4% del totale nazionale. «Se nel nostro Paese non c'è un conflitto esplosivo con il mondo dell'immigrazione, a differenza di Paesi come la Francia e la Gran Bretagna, è anche per il lavoro continuo delle nostre comunità cristiane. Ma ora vanno riconosciuti i diritti degli stranieri. Siamo contro i Cie e un milione di persone in Lombardia attende la cittadinanza» osserva il direttore della Caritas ambrosiana, don Roberto Davanzo.
La Caritas ambrosiana ha profuso molto impegno nell'accoglienza dei rifugiati che scappano dalla guerra e dalle persecuzioni. Storie drammatiche, bisogni e diritti sanciti della Costituzione e dalla convenzione di Ginevra spesso negati. Oltre mille profughi sono arrivati in provincia di Milano con lo stato d'emergenza nazionale Nord Africa del 2011. Altre 1632 persone sono state accolte dall'ottobre 2013 a oggi dal Comune perché in fuga dalla Siria.

Anche i giovani della comunità musulmana milanese hanno dato il loro contributo per aiutare i rifugiati. E l'assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino, propone: «Non riapriamo il Cie di via Corelli, trasformiamolo in un luogo di accoglienza».

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