E anche il Comune più buonista d'Italia chiude i portoni. Chissà se c'entra l'avanzata leghista alle urne e il clima di insofferenza degli italiani (milanesi compresi) per una spesa destinata all'accoglienza che in tempi di crisi sta diventando sempre meno sostenibile per il Paese. Tant'è, ieri l'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino ha annunciato che «i posti letto nelle strutture allestita dal Comune per i profughi sono finiti, da stanotte accoglieremo solo i bambini». Tra giovedì e venerdì, ad oltre ottocento immigrati provenienti da Paesi in guerra è stato ancora assicurato un letto presso uno dei centri di emergenza che hanno una convenzione con Palazzo Marino (i fondi vengono rimborsati dallo Stato in forza di un protocollo d'intesa). Ma i flussi sono continui, in parte monitorati dal Ministero degli Interni che segue gli spostamenti dei profughi una volta sbarcati al sud, o li smista alle Regioni, in parte assolutamente spontanei, e dunque più difficile da gestire dall'amministrazione che non può calcolare con esattezza la quantità di letti necessari ogni notte. Arrivano con i treno «e ora anche con i pullman, in poena notte dal sud Italia» fa presente l'assessore, che punta a candidarsi alle primarie del centrosinistra per diventare il prossimo sindaco di Milano. Dopo 63mila persone assistite dal 18 ottobre 2013, ammette che «non abbiamo voglia di impazzire, aprendo posti improbabili, senza nessun tipo significativo di interventi da Roma. In emergenza ci occuperemo solo e i bambini. Il governo continua a ignorare Milano. E ho detto tutto». Un governo di cui continua a chiamare in causa sul fenomeno profughi solo il ministro degli Interni Ncd Angelino Alfano («i volontari in Centrale si occupano da mesi dell'emergenza. Fanno quel che lo Stato centrale non fa. Non capisco se Alfano ci è o ci fa. Visto che non lo considero uno sprovveduto propendo per la seconda») ma anche il premier Renzi, segretario del Pd, è ovviamente parte in causa. E poichè in clima elettorale non conviene a nessuno restare un passo indietro a Matteo Salvini che sulla questione è tranchant («basta sbarchi e basta accoglienza negli hotel a spese degli italiani»), anche la giunta Pisapia si rifiuta di metterci la faccia. Anche se (anche) il buonismo dilagante ha portato ad arrivi ormai incontrollabili e fuorimisura a Milano. La Lega e il governatore leghista Roberto Maroni, anche correndo di essere bollato come razzista dalla sinistra, da mesi e ancora nei giorni scorsi ha detto a muso duro al Viminale che vorrebbe mandare più profughi: «Abbiamo già dato». Non chiede più risorse per l'accoglienza, ma un maggiore smistamento.
«La gestione della vicenda profughi da parte della giunta - afferma la coordinatrice regionale di Forza Italia, Maria Stella Gelmini - è una tempesta perfetta di incompetenza, disorganizzazione e pregiudizio ideologico. Una giunta deve governare, non lamentarsi di continuo contro il governo, peraltro del Pd.
hanno passato anni a propagandare Milano come luogo del "liberi tutti", in grado di accollarsi l'accoglienza di mezzo mondo. Oggi si accorgono che i milanesi puniscono questo pressapochismo ideologico, e pensano di rifarsi proclamando Milano città chiusa ai profughi, che hanno già invaso la città».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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