Cronaca locale

E dal fondo immobiliare 600 case di housing sociale

Con il patrimonio della Ca' Granda finanziata anche la ristrutturazione degli appartamenti

E dal fondo immobiliare 600 case di housing sociale

Un ospedale che non fa solo l'ospedale, ma anche l'operatore immobiliare. Sempre e solo a vantaggio dei cittadini più svantaggiati. Sì perchè grazie alla Fondazione Policlinico, il patrimonio immobiliare in città frutto di lasciti e donazioni dei milanesi nei secoli, è stato conferito nel Fondo immobiliare dedicato all'housing sociale denominato «Fondo Immobiliare Cà Granda».

Il fondo è nato nel 2014 attraverso l'apporto di 65 immobili, di cui 44 complessi immobiliari cielo terra, e appartamenti per un controvalore di 311 milioni di euro, proprio per finanziare la costruzione della nuova sede dell'Ospedale Maggiore. È partecipato da Fondazione Cà Granda, che detiene la maggioranza delle quote, Cassa depositi e prestiti e Fondazione Cariplo. Il patrimonio del fondo comune di investimento immobiliare di tipo chiuso, riservato ad investitori qualificati, è costituito da circa 1400 unità, di cui il 75 per cento a destinazione residenziale, 15 per cento uffici e 10 per cento commerciale per un totale superficie disponibile di oltre 110.000 metri quadrati. Solo il 43 per cento è destinato alla vendita, il resto continuerà a ospitare inquilini fragili in locazione.

Il progetto di social housing consiste, infatti, nell'offerta di alloggi a canone calmierato, con particolare attenzione alle fasce più fragili dell'attuale inquilinato, nella realizzazione di una rete di servizi di condivisione, assistenza e orientamento, e nella ristrutturazione radicale dei fabbricati, che contribuirà sia a migliorare le condizioni abitative, sia a trasformare vecchi edifici in immobili a basso impatto ambientale.

Grazie all'alienazione di una parte dei beni, dunque non solo si è riusciti a destinare 135 milioni di euro alla realizzazione del nuovo ospedale, ma anche a ristrutturare oltre 600 appartamenti destinati a persone o nuclei con un reddito ISEE inferiore a 32mila euro, ovvero chi è troppo ricco per accedere alle case popolari e troppo povero per affacciarsi sul libero mercato.

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