E Gamberale ora accusa: pensino ai lavoratori in nero

E Gamberale ora accusa: pensino ai lavoratori in nero

Da intercettato e sotto la lente della Procura che ha aperto un fascicolo sull’affaire Sea, a grande accusatore. Il patron del fondo F2i Vito Gamberale prova a spostare l’attenzione sulle grane di Linate e Malpensa. In un’intervista al Corriere della sera, assicura che l’inchiesta non mette affatto fuori gioco il fondo da una futura gara del Comune. «Anche perchè ci sarebbe ben altro di cui occuparsi» avverte il numero uno del fondo che a dicembre ha acquistato già un terzo degli scali milanesi. Con un rialzo di appena un euro sulla base d’asta che partiva da 385 milioni. E guarda al futuro, «Malpensa non può ridursi a scalo low cost» e soprattutto «Sea deve anche tutelare i lavoratori. La settimana scorsa la guardia di finanza ha scoperto l’esistenza di centinaia di lavoratori in nero che circolano dentro Malpensa agli ordini di due cooperative utilizzate da una subconcessionaria, la società Alha». «Ho dovuto scoprire io» prosegue Gamberale, che nonostante il contratto di subappalto «vieti l’uso di persone non in regola, non si sia ancora messa in mora la Alha, risolto il contratto e proceduto a tutti i controlli». Gamberale fa riferimento alla scoperta comunicata il 7 marzo dalla Gdf di 930 lavoratori in nero agli ordini di due coop di Novate Milanese, la Cfs e la Corsica. Quest’ultima operava al cargo di Malpensa con oltre 380 soci lavoratori per la Alha. Inchiesta partita da una denuncia del 17 maggio 2010 della Cub Trasporti. Gamberale non nasconde che la sua è una denuncia grave, ma «sono rimasto esterrefatto, la presenza di tanta povera gente dentro il perimetro degli scali pone un problema sociale e uno di sicurezza» e «avendo acquisito il 29,9%» puntualizza che F2i ha «diritti di governance in materia di finanza, controllo e fa la sua parte di vigile socio, di dignitosa minoranza». Un messaggio (forse) anche ai sindacati che osteggiano la governance del fondo: se il Comune mettesse sul marcato il 25% potrebbe consegnare la maggioranza a F2i. Il segretario lombardo della Cisl Walter Galbusera inserisce anche il capitolo dei lavoratori in nero e della scarsa attenzione sui subappalti tra le ragioni per cui «il Comune deve essere un azionista protagonista» tanto più «quando un sindaco come Giuliano Pisapia si dichiara paladino della trasparenza e dei precari». Teme invece «una mancanza di strategia sugli scali, e questo fa perdere movimenti e posti di lavoro». Cita l’ultimo caso a Linate, la Ata (compagnia di handling) «dovrà lasciare a casa 124 persone».
Il patron di F2i attacca, ma sbaglia bersaglio. E riceve una fila di smentite. Non si fa attendere la replica secca di Sea. Risponde punto per punto precisando che tra la società che gestisce gli scali e Alha «esiste un titolo di concessione e non di appalto. Quest’ultimo è un aspetto che riguarda esclusivamente Alha e la cooperativa», ossia la Corsica inquisita dalla Gdf. Il contratto tra Sea e Alha peraltro «prevede un’assunzione esclusiva di Alga in materia di lavoro» e «per lavorare in aeroporto servono autorizzazioni che coinvolgono il datore di lavoro richiedente, l’Enac e la polizia».
Anche il vicepresidente di Alha, Lorenzo Schettino, respinge le accuse pesanti e si riserva una denuncia per danno di immagine: «Gamberale fa affermazioni prive di fondamento, o non conosce i fatti o a questo punto è legittimo sospettare che questo attacco screditante nasconda altre motivazioni, un tentativo di distogliere l’attenzione da altre vicende». Alha precisa che le vicende fanno «riferimento a presunte irregolarità fiscali di un fornitore su cui non abbiamo responsabilità dirette o indirette.

Ne siamo venuti a conoscenza dai giornali e ci siamo subito attivati per garantire continuità del servizio e l’occupazione dei lavoratori». Nè «esistono problemi di sicurezza, il badge ai lavoratori viene autorizzato da Enav e polizia secondo stringenti requisiti».

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