E per le indiscrezioni anche il suocero Carlo sarebbe soddisfatto della nomina

Dicono che anche il suocero sia soddisfatto della possibile nomina ad assessore regionale. Lei è Paola Ferrari, moglie di Marco De Benedetti, secondogenito dell'Ingegnere, anche se è un po' ingeneroso definire a partire del marito una signora nota come conduttrice della Domenica sportiva e di 90° minuto quando il calcio e le donne erano due mondi a sé. Ma Carlo De Benedetti è un nome che conta, anche in politica, anche per avere in tasca la tessera numero uno del Pd. Invece la nuora, Paola Ferrari De Benedetti, entra nella giunta Maroni. Centrodestra. Passione e attivismo in politica non sono una novità. È entrata nelle file della Destra quando la candidata premier del movimento fuoriuscito da An era Daniela Santanchè e lei tentava la corsa alla Camera nelle liste del Lazio. Fondatrice, insieme alla Santanché, di D-Donna, un'associazione di signore vicine all'area che si preparava a lasciare An. «Non so se il nostro è un circolo di destra nel senso tradizionale del termine, so che è un luogo in cui si ritrovano persone che hanno a cuore gli stessi valori: famiglia, tradizione, patria» diceva in quei giorni del 2007.
Nata il 6 ottobre del 1960. La biografia su Wikipedia narra che il suo debutto in tv avviene per caso, a sedici anni, quando Enzo Tortora la vede per le vie di Monza e la chiama come centralista del suo Portobello. Inizi da showgirl, poi il passaggio al giornalismo sportivo su Telenova, la rete dei Padri paolini, che fa da trampolino per la Rai, dove lavora dal 1988, prima per lo sport, poi per la rubrica del Tg2 Costume e Società. Nel 2000 conduce l'edizione delle 13 del Tg.
Sussurri di palazzo dicono che le sue deleghe in Regione saranno Istruzione, Ricerca scientifica e Cultura. Il governatore leghista in campagna elettorale aveva promesso il cinquanta per cento di donne nella squadra che governerà la Lombardia. E così è stata aperta la caccia al curriculum femminile.
Una novità per la Regione che ha incassato ammonizioni frequenti dal Tar per la carenza di donne in giunta.

E anche adesso in consiglio regionale, nonostante appelli, proclami e di quote rosa, le donne del centrodestra si contano con il lumicino. Segno che elettori (ed elettrici), abituati a consiglieri maschi, nel segreto dell'urna continuano a preferire i politici in giacca e cravatta. Questa infornata rosa aiuterà a cambiare?

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