«E Johnny prese il fucile», voci contro la guerra

Stefano Giani

In principio fu un romanzo, poi giunse al cinema. Ed era il '71. Oggi approda anche sul palcoscenico teatrale. Eppure, il suo autore, Dalton Trumbo, al quale due anni fa è stato dedicato il film L'ultima parola di Jay Roach, era uno sceneggiatore di Hollywood. Messo al bando e incluso nella lista nera che comprendeva i simpatizzanti comunisti che non ammisero di esserlo, fu costretto a scrivere dietro pseudonimo. E, con un nome finto, vinse un Oscar. Ma per la riabilitazione occorse tempo.

L'unica pellicola da lui scritta e diretta, E Johnny prese il fucile esordisce stasera al teatro Litta in corso Magenta 24 fino a domenica (da martedì a sabato alle 20.30, domenica ore 16.30, biglietto a 24 euro).

L'anatema contro la guerra, attraverso il racconto di un reduce americano del primo conflitto mondiale sul fronte francese diventa lo spunto per sottolineare una volta di più le tragiche conseguenze dei combattimenti.

Joe viene infatti colpito da una granata durante l'ultimo giorno di ostilità e il ferimento lo trasforma in un vegetale. Perde l'uso di gambe e braccia, la vista e l'udito e sopravvive attaccato (...)

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