E Parisi non si ferma «I 5 Stelle alle urne ma a votare per noi»

Ora il candidato del centrodestra punta a conquistare il consenso dei grillini «Trasparenza e legalità valori comuni»

Alberto Giannoni

Aprire, rinnovare, rassicurare. Stefano Parisi ora corre in discesa. Alla fine i numeri ufficiali lo danno sotto di una manciata di voti ma il vincitore morale del primo turno è lui. E lo sa. «Il rigore lo abbiamo parato, il prossimo rigore tra quindici giorni lo tiriamo noi» ha detto ironizzando sull'immagine che il leader Pd Matteo Renzi aveva usato per rappresentare un (inesistente) vantaggio del suo uomo, Beppe Sala.

È sfumata la possibilità che il voto milanese potesse celebrare un trionfo annunciato dell'uomo Expo sostenuto da sindaco uscente, governo e poteri forti. In realtà è sfumata da un pezzo ma ieri i dati lo hanno certificato. «Milano nei prossimi anni deve riprendere la sua autonomia - ha detto Parisi nella conferenza stampa di ieri - perché non può subire decisioni da Roma. Milano deve avere la schiena dritta e un rapporto corretto con il governo centrale. Questo il presidente del Consiglio lo deve capire, perché da qui passa lo sviluppo dell'economia del Paese».

Il vantaggio del Pd è evaporato, in larga parte anche nel voto di lista. Parisi ha recuperato tutto, con una campagna intelligente, con toni e argomenti giusti. E ora l'inerzia spinge dalla sua parte, l'entusiasmo è tutto per lui. In vista del 19 giugno ci si esercita su possibili alleanze e intese. Ma il candidato del centrodestra ha già fatto capire che non dedicherà troppo tempo alle fantasie sugli apparentamenti: «Il nostro è un livello di libertà superiore rispetto a quello di altri. Sala cercherà di avere i voti della sinistra di Rizzo, ma dovrà fare i conti con il programma di Milano in Comune. In che misura sarà condizionato? Noi non dobbiamo fare un accordo post-primo turno. Noi abbiamo fatto un accordo pre-primo turno. Noi abbiamo mani libere di cercare il consenso e la fiducia dei milanesi ben oltre il punto in cui siamo arrivati ieri. E siamo fiduciosi».

Poco spazio per il toto-accordi, Parisi parlerà agli elettori. Tutti: «Ci rivolgiamo anche a chi ha votato a sinistra - ha detto nel corso dell'incontro con la stampa - perché il nostro programma non è connotato come di destra ma come liberale. Ho avuto tante persone di sinistra che hanno votato per me». A livello locale - questa la sua convinzione - «le barriere ideologiche non esistono più» ma si tratta di «realizzare i progetti».

Il primo mondo con cui parlare liberamente sarà quello degli elettori del Movimento 5 Stelle. Il candidato dei moderati si è detto convinto del fatto che sia possibile «riportare a votare per noi quelli che hanno votati i 5 Stelle». «Trasparenza e legalità - ha detto - per noi sono importanti e riteniamo che siano un potenziale bacino elettorale a cui noi siamo liberi di parlare». La parola d'ordine è cambiamento. Gli elettori che vogliono cambiare sono infatti maggioranza.

Questa è una certezza matematica: «I milanesi possono guardare a noi come la politica del cambiamento - ha detto Parisi - Pensiamo che dal voto dei 5 Stelle ci sia una pulsione vera per la trasparenza. Per noi la trasparenza e la legalità saranno molto importanti. Ci sono tanti temi, abbiamo delle idee molto precise».

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